Il sindaco di Firenze Matteo Renzi sfida Bersani. E intervistato dall’Annunziata dà fiato alle trombe: primarie sì, ma regole certe. Bersani sulla Rai non si nasconda.
Questo vuol dire che le grandi manovre sono cominciate. In vista delle prossime elezioni, il centrosinistra sceglierà il proprio candidato premier con le primarie. Già, ma quali primarie? Ha chiesto Deborah Serracchiani rivendicando regole certe. E Renzi, intervistato dall’Annunciata ha ribadito il concetto che piace ai rottamatori e alle giovani leve del Pd: regole certe. Che vuol anche dire che sospettano che nel Pd ci sia chi vuole giocare con le regole incerte. Non con regole condivise dai partecipanti come sembra saggio che sia.
Renzi ha rassicurato i suoi concittadini, se perde le primarie torna a fare il sindaco a Firenze, perché a lui di fare il peones in Parlamento non interessa. Poi la Rai: la decisione di Bersani di andare a sentire la società civile non piace al sindaco che – dice – se deve prendere una decisione la prende e via, senza tanti giri di valzer: sceglie il meglio, e così sia.
“Nella logica di Bersani, che è una persona seria e che rispetto
molto, c’è un’idea vecchia in cui il partito è fatto dagli
addetti ai lavori e allora bisogna aprirsi a quelli che stanno
fuori. Io credo che sia esattamente il contrario cioè le persone
normali fanno parte degli schieramenti e dei partiti. A questo giochino per cui la società civile
sta fuori e io sto dentro i partiti, non soltanto io non ci sto,
ma l’idea che io sia la società incivile non mi convince
affatto. Che siamo degli zulu che non hanno il diritto di poter
portare tutto il proprio entusiasmo?. Io ho un’idea di partito dove il partito è mare e non
stagno, non
fatto da addetti a lavori ma da persone normali. Per me il
partito deve essere qualcosa di leggero mentre il gruppo
dirigente del Pd ha idea molto ottocentesca del partito. Gli
italiani ci chiedono qualcosa di diverso”.
Argomenti: matteo renzi