A Ballarò la Signorelli distrugge la Cancellieri
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A Ballarò la Signorelli distrugge la Cancellieri

L'immagine che la gente si è fatta del caso Ligresti è in linea con i detti popolari: chi ha soldi e amicizia se ne fotte della giustizia.

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5 Novembre 2013 - 21.47


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Il caso della ormai non più presunta ingerenza del ministro della Giustiza Annamaria Cancellieri nella scarcerazione di Giulia Ligresti è protagonista a Ballarò. “Il fatto che la Ligresti stesse male giustifica l’azione del ministro? No. Un rappresentante del governo non è chiamato a fare le opere buone, è chiamato a realizzare la legge, rispettarla e farla rispettare”. Con queste parole l’antropologa Amalia Signorelli ha demolito la linea difensiva, ribadita anche oggi in Parlamento, dalla Guardasigilli.

L’ospite di Floris descrive il caso come il tipico “all’italiana”, il solito “vuoi fare qualcosa? Ma chi conosci?” e del “c’è chi può e c’è chi aspetta”, ricordando anche qualche proverbio della tradizione popolare siciliana: “Cu’ avi rinari e amicizia si ni futti de la giustizia”, che tradotto vuol dire chi ha soldi e amicizia se ne fotte della giustizia. Cosa c’è di più vero soprattutto pensando alla lunga amicizia tra il ministro e la famiglia a capo della Fonsai?

Parlando della sua carriera universitaria, la Signorelli ha anche detto di aver incontrato studenti sulla sedia a rotelle e ragazze anoressiche durante gli esami, ma di non aver mai regalato un voto, aggiungendo che nelle carceri italiane «non c’è una sola anoressica» e che liberandone una allora andrebbero liberate tutte.

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