Il caso di Sergio Cofferati sta spaccando il Partito democratico. “Ormai siamo alla frutta, anzi al digestivo” ha dichiaratol’ex leader della Cgil in un’intervista a Repubblica, mentre Stefano Fassina, esponente della sinistra dem ai microfoni di Sky TG24 dice che il suo caso peserà sulla partita al Quirinale. E intanto è tutto il mondo alla sinistra del partito di Renzi che ipotizza di coalizzarsi intorno alla figura di Cofferati. “Può diventare lo Tsipras italiano” annuncia in un’intervista al Corriere della Sera Maurizio Landini.
Sergio Cofferati. “Partito alla frutta, anzi al digestivo” – ha detto in un’intervista a Repubblica. Poi: “Vedo che Renzi va in televisione a darmi dell’ipocrita, che i vicesegretari bollano come inspiegabile e ingiustificato il mio addio al Pd. Solo insulti e offese. Se un partito, invece di chiedersi le ragioni delle dimissioni di uno dei suoi fondatori, reagisce così, siamo alle frutta. Anzi, ormai al digestivo”. Secondo l’ex sindaco di Bologna per sostenere questo “modello politico si è fatto ricorso in modo spregiudicato al sostegno del centrodestra nelle primarie del nostro partito. E anche all’ inquinamento con voti comprati”.
La replica di Dario Nardella. “Meschino strumentalizzare vicenda Cofferati in voto per il Quirinale”. Il sindaco di Firenzenon crede “a congiure, a regie occulte, né a operazioni massicce con voti pilotati”. E sull’addio di Cofferati sostiene che “il Pd non è un autobus, non si scende per convenienza dopo aver perso una sfida”. Sul rischio di un riflesso per la scelta del prossimo presidente della Repubblica, inoltre Nardella avverte che “sarebbe meschino strumentalizzare il caso Cofferati per giustificare agguati in Parlamento”.
Sergio Landini. Al Corriere della Sera il leader della Fiom Maurizio Landini spiega che “un personaggio del carisma di Cofferati, con le sue grandi qualità etiche e morali, può certamente contribuire ad accelerare un percorso simile (a quello di Tsipras in Grecia, ndr) anche qui. Dove pure è necessario andare oltre l’idea di sinistra classica”. “Qui il punto – spiega – non è se adesso nascerà o meno una forza a sinistra del Partito democratico. Qui la scena è più grave”, il fatto è che “la sinistra non c’è più in Italia. Il dato, purtroppo, è ufficiale e definitivo”.
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