Salvini: "Non voglio far cadere il governo", ma prepara la crisi

Il vicepremier a Rtl: "noi siamo pronti a ricominciare a lavorare ma se tra 15 giorni saremo ancora bloccati allora c'è un problema"

Salvini
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4 Giugno 2019 - 07.36


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Nonostante Salvini continui a ribadire che la crisi di governo non è tra i suoi piani, non passa giorno che il Ministro non alzi di un poco l’asticella e stuzzichi i cinque stelle, e questo atteggiamento non può che avere due esiti: o l’asservimento totale dei grillini al volere di Salvini (e le dichiarazioni di Paola Taverna di ieri sembrano indicare che questa sia la strada), oppure – meno probabile – una crisi di governo aperta dagli stessi M5s. 
“Facciamo conto che” ha detto Salvini a Rtl 102.5, “una volta assorbiti i voti di questa campagna, tutti ripartano. La mia volontà c’è, ma se tra 15 giorni ci ritroviamo con gli stessi ritardi e rinvii, allora c’è un problema”. 
“Noi siamo pronti, vogliamo fare, abbiamo idee e progetti” ma “nelle ultime settimane ci sono stati bisticci di troppo, ma io sono pronto per il cdm, giovedì, venerdì, sabato, domenica”, ha concluso.
“La riforma della giustizia è urgente. La più urgente, insieme al taglio delle tasse, per dare stabilità e certezza agli italiani. A tutti coloro che vivono in questo paese che oggi sono innocenti e domani mattina se qualcuno di alza col piede sbagliato si ritrovano colpevoli e tali rimangono per anni perchè il processo dura anni”. Lo ha detto il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini intervistato da Rtl. “Una riforma che va fatta – ha chiarito – ma con questo governo, con questa maggioranza. Non sto pensando a ribaltoni, ribaltini, altri governi, altre maggioranze, ma è fondamentale venga fatta perchè non può esserci un Paese europeo come l’Olanda dove in alcune settimane c’è una sentenza di primo grado e un Paese europeo come l’Italia dove ci vogliono in media tre anni: questo è un danno sia per i colpevoli, che entrano in galera troppo tardi, sia per gli innocenti che rimangono ostaggio per anni pagando migliaia e migliaia di euro di spese legali, se se lo possono permettere”.
“Con i 5 stelle – ha ammesso il ministro – abbiamo un’idea di fondo abbastanza diversa, non sul mettere in galera i delinquenti che è obiettivo comune. Per parte mia, però, si è innocenti fino a prova contraria. Ma questo si lega anche al codice degli appalti, alla burocrazia, ai lavori, alle opere pubbliche: non si può sospendere tutto, complicare tutto, rimandare tutto per il dubbio che magari uno su cento vuole fregarmi. Se becco quell’uno su cento lo metto in galera, però devo far lavorare i sindaci, gli operai, gli artigiani, gli imprenditori. Se vivo nel dubbio complico la vita, aumenta l’evasione fiscale e si bloccano i cantieri”.

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