Il relatore del ddl Alessandro Zan racconta il suo passato, ripercorrendo la sua storia a partire dal suo personale coming out.
“Quando feci coming out, mio padre non la prese bene. Ma oggi è il mio più grande sostenitore. Il mio impegno? Tutto iniziò con l’Erasmus in Inghilterra”.
Il suo nome è diventato famoso grazie all’omonimo Ddl contro l’omotransfobia di cui è relatore e che mira a rendere punibile ogni forma di discriminazione basata sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.
Il deputato parla del disegno di legge, sottolineando che non è frutto solo del suo lavoro ma di “tutti quei colleghi parlamentari che, da un anno e mezzo, si battono e si impegnano per portarla a casa”.
Sul suo coming out in famiglia, Zan racconta:
“Ero agitato e impaurito… Appena mi sono dichiarato, mia madre è stata molto tenera e comprensiva, mentre mio padre non l’ha presa bene. Poi però ha fatto un suo percorso personale, perché anche i genitori devono fare un percorso di accettazione dei propri figli, e alla fine è diventato un mio grande sostenitore”.
A chi gli domanda se gli sia mai capitato di essere bullizzato da ragazzo o discriminato per il suo orientamento sessuale, Zan risponde:
“Sono stato fortunato: nessuna violenza fisica pesante, come oggi ancora troppo spesso accade. Ma ho spesso ricevuto battute, scherzi omofobi, qualche danno alla bicicletta… La mia mente li aveva rimossi, poi, in questi ultimi mesi, ascoltando tante storie di discriminazione, ho ripercorso anch’io quegli anni”.
A chi gli domanda quando ha capito che avrebbe dovuto combattere per i suoi diritti e la sua identità Zan, che oggi ha 43 anni, risponde che è iniziato tutto quando era ragazzo, ai tempi dell’Erasmus in Inghilterra.
“Quei mesi mi hanno fatto capire che la società italiana era – ed è – ancora fortemente machista e patriarcale, mentre l’esperienza vissuta in Gran Bretagna mi ha fatto capire che un’alternativa è possibile. Una volta tornato, ho iniziato la mia militanza”.