Enrico Letta, in un’intervista a La Stampa, ha parlato delle prime goffe uscite del governo Meloni, a partire dall’intervista sullo stesso quotidiano di Ignazio La Russa, a proposito delle celebrazioni del 25 aprile.
«Sono affermazioni molto gravi, per non dire inaccettabili, considerando che La Russa ricopre la seconda carica dello Stato, quella di presidente del Senato, e dunque anche di supplente del Presidente della Repubblica. Il ruolo più unitario che esista. Bisognerebbe onorarlo evitando affermazioni e atteggiamenti che invece dividono. Ho visto che il presidente del Senato ha tentato di aggiustare il tiro, ma, se è possibile, ha peggiorato le cose. Il 25 aprile in Italia ci saranno incontri e manifestazioni di ogni genere e tipo. Il suo è solo un alibi. Per altro debole».
«Oggi -aggiunge il leader Dem- il suo ruolo è diverso. Dovrebbe prenderne atto. Non lo dico da segretario del Pd. Lo dico da italiano che tifa per le istituzioni. Aggiungo che il giorno del suo insediamento ero rimasto colpito dalla citazione di Luciano Violante. E gli avevo persino creduto. Al fatto che avrebbe cercato di seguirne le orme. Violante, che veniva da una lunga storia nel Pci, è stato un grande presidente della Camera proprio perché è stato capace di svolgere un ruolo super partes e di costruire ponti. Da La Russa mi aspetterei lo stesso, invece non rinuncia a essere quello che è sempre stato».
«Il presidente del Senato -conclude Letta- può sempre rimediare, dichiarando che se lui ha quel ruolo lo deve proprio al 25 aprile, giorno che segnò la libertà per tutti gli italiani. Anche per coloro che stavano dalla parte sbagliata. Lo aspetto in piazza. Ha una grande occasione di pacificazione, la sfrutti. Basta che dica l’opposto di quello che ha dichiarato a `La Stampa´».
Letta ha poi parlato del probabile liberi tutti del governo in merito al Covid e alle misure contro il tetto al contante.
«L’atteggiamento scelto sul Covid è profondamente sbagliato. L’emergenza non è ancora passata, come ha ricordato il Presidente della Repubblica, e le ambiguità sui vaccini sono inaccettabili. È come se per Meloni le decisioni degli ultimi anni, compiute da Governi molto diversi tra loro (Conte e Draghi), fossero state di parte e non la conseguenza inevitabile di una pandemia che travolgeva il pianeta. Mi fanno paura».
«Il messaggio che è stato fatto passare è questo: saremo tolleranti con la piccola e con la media evasione. E questo avrà un effetto immediato sui conti pubblici, producendo minori entrate. Ma basta andare a vedere le serie storiche. È una cosa che con i Governi di destra succede sempre».
Argomenti: governo meloni
