Enrico Letta è tornato ad attaccare il governo, alla vigilia della profonda rifondazione a cui dovrà sottoporsi il Pd. Il segretario dem, in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato dei primi provvedimenti del governo Meloni, partendo dalla norma anti raduno non autorizzato. «Puntano a spaccare il Paese e a emarginare i moderati», «alla ricerca di nemici per evitare i problemi veri: il carovita, i rischi di recessione»
Quella contro i rave, per Letta, è «un’aberrazione giuridica» e osserva: «che il ministro abbia il bisogno di fornire un chiarimento verbale sul decreto rende evidente che si tratta di una norma oscura, messa in piedi solo per fare propaganda, un pasticcio che crea danni nell’ordinamento penale, che mette in difficoltà gli operatori del diritto e le forze dell’ordine. Una legge così sbagliata da non essere nemmeno emendabile: va ritirata».
Letta si dice «pienamente d’accordo con Bonaccini» che critica il decreto ma dice che la legalità va difesa: «A Modena, e con le normative esistenti, autorità e forze dell’ordine hanno gestito la situazione in modo impeccabile. Non difendiamo certo i rave party illegali. Ma qui c’è una scelta populista, la costruzione di un nemico, si sfascia il codice penale per ragioni identitarie e per nascondere i problemi».
Quanto al Covid, «Lega e Fratelli d’Italia sono coerenti con la linea che strizza l’occhio ai no vax che hanno seguito per tutta la pandemia». Sulla possibilità di un’opposizione comune, il segretario Pd sottolinea che «saranno i fatti a portare a un’unità delle opposizioni. Questo governo non cercherà sponde. Scelgono lo scontro, anche a costo di pasticci, come quello sul decreto». Infine, sul congresso del Pd, sottolinea che «sarà un congresso vero, chi si iscriverà alla fase costituente potrà dire la sua, votare e anche candidarsi alla guida del nuovo Pd».
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