Piersilvio Berlusconi in politica? Per fare concorrenza a Meloni o per un'ammucchiata centrista compreso il Pd?

Il delfino ormai ultacinquantenne ha perfino specificato di essere vicino all’età – 58 anni – in cui il compianto padre, nel lontano 1994, decise di trascinare nella catastrofe le sfortunate sorti di questo paese.

Piersilvio Berlusconi in politica? Per fare concorrenza a  Meloni o per un'ammucchiata centrista compreso il Pd?
Piersilvio Berlusconi
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Giovanna Musilli Modifica articolo

12 Luglio 2025 - 19.56


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La notizia è che Piersilvio Berlusconi, tra un commento pungente sul reality di Ilary Blasi e uno compassionevole sulla destituzione di Myrta Merlino da Pomeriggio Cinque, ha annunciato per la prima volta che non esclude di dedicarsi alla politica, prima o poi. 

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Il delfino ormai ultacinquantenne ha perfino specificato di essere vicino all’età – 58 anni – in cui il compianto padre, nel lontano 1994, decise di trascinare nella catastrofe le sfortunate sorti di questo paese. Non ha neppure risparmiato una bacchettata al povero Antonio Tajani, insospettabilmente progressista sulla concessione del diritto di cittadinanza agli immigrati in base alla frequenza scolastica (ius scholae). 

L’eventualità non è da poco, anzi, per il centrodestra sarebbe un vero terremoto. Innanzitutto, perché il promettente giovanotto porta un nome (e un cognome) che già da soli acchiappano voti, tanto che il logo “Berlusconi presidente” è rimasto sul simbolo di Forza Italia anche dopo la scomparsa dell’originale. Silvio ha preso voti anche da morto. 

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In secondo luogo, perché, avendo dietro un impero economico, non è inverosimile immaginare che Forza Italia possa risorgere dalle sue ceneri facendo concorrenza a Fratelli D’Italia come primo partito della coalizione. E questa – per Giorgia&co – è l’ipotesi migliore. 

La peggiore è, invece, che Piersilvio rompa l’alleanza con due partiti – FdI e Lega – oramai posizionati nell’alveo di una destra estrema, per ricollocare Forza Italia nell’area centrista, attualmente (poco) popolata da Calenda, Renzi, Maggi, Lupi, e pochi altri. Naturalmente, se non si considera il convitato di pietra: il PD. 

Nel malaugurato caso in cui il PD decida finalmente di seguire la sua fatale vocazione ben più che moderata e che, in nome del profondo legame affettivo sempre dimostrato nei confronti del caro estinto, decida di ricongiungersi con il suo vero, unico, grande amore proibito, cioè Forza Italia, non ce ne sarebbe più per nessuno. 

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La costruzione di un’area centrista, turboliberista e atlantista almeno quanto l’attuale governo (magari un po’ meno guerrafondaia?), generalmente favorevole all’evasione fiscale e all’impunità dei colletti bianchi almeno quanto l’attuale governo, ma allo stesso tempo moderata e non regressiva sui diritti e sulle libertà civili, e persino meno ridicolmente nazionalista… Potrebbe essere molto preoccupante tanto per Meloni e Salvini, quanto per Conte e Fratoianni. 

Del monumentale conflitto di interessi della famiglia Berlusconi, gli elettori hanno sempre mostrato di infischiarsene, figuriamoci lobby e gruppi di interesse. Ora poi, data l’irreprensibilità di Piersilvio, non sarebbero più in gioco neppure quelle quisquilie relative a condanne definitive per frode fiscale, processi penali in corso, cene eleganti con adolescenti… 

Quindi, strada spianata anche con il mondo cattolico e l’associazionismo meno oltranzista dei Pro-Life. Del resto, il Vaticano continua a mostrare un certo imbarazzo di fronte a un governo di estrema destra così dichiaratamente favorevole al riarmo, alla guerra, alla deportazione dei migranti in barba ai diritti umani e civili, all’emarginazione delle minoranze, e così indifferente di fronte al massacro che Israele sta impunemente compiendo a Gaza e in Cisgiordania.

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Per di più, l’elettore medio italico non è un facinoroso violento ex fascista che non vede l’ora di vietare il gay-pride, riscrivere i manuali scolastici per riabilitare il fascismo, reprimere il dissenso, dare mano libera alle forze dell’ordine e ai servizi segreti, violare i diritti degli extracomunitari, e impedire ai musulmani di celebrare le loro feste religiose. In linea generale, è un moderato, superficialmente cattolico, interessato sostanzialmente ai fatti propri, senz’altro ostile alla prospettiva di una guerra mondiale incombente in cui dovrebbe mandare a morire i propri figli. 

Insomma, Piersilvio non avrebbe che l’imbarazzo della scelta: trascinare più al centro l’attuale destra, o creare un nuovo polo moderato insieme al PD e agli altri attuali cespugli aspiranti centristi. Certo, il carisma non è quello del papà, ma l’aspetto è piacente, l’eloquio fluido, il sorriso accattivante.

Insomma, la vittoria sarebbe una prospettiva tutt’altro che velleitaria. 

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Cosa ci sia da augurarsi, per quegli sparuti elettori che deprecano l’estrema destra e che non voterebbero mai l’ennesima riedizione del connubio FI-PD, è tutto da vedere. Forse, ancora una volta, bisognerà sperare nel male minore. Con il naso tappato.  

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