Su Palestina e Israele l'ultimo ridotto del servilismo di Giorgia Meloni verso Netanyahu si chiama 'supercazzola'

L’indimenticabile conte Mascetti dell’intramontabile capolavoro di Mario Monicelli, Amici miei, l’avrebbe classificata come la supercazzola di Palazzo Chigi

Su Palestina e Israele l'ultimo ridotto del servilismo di Giorgia Meloni verso Netanyahu si chiama 'supercazzola'
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

26 Luglio 2025 - 13.19


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L’indimenticabile conte Mascetti dell’intramontabile capolavoro di Mario Monicelli, Amici miei, l’avrebbe classificata come la supercazzola di Palazzo Chigi: un giro di parole, senso e controsenso, per non dire esplicitamente che fino a quando sarà lei a guidare il fu Belpaese, l’Italia non riconoscerà mai lo Stato palestinese.

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Chiediamo venia all’”ombra della Farnesina”, al secolo Antonio Tajani, ministro degli Esteri in assenza di prove, nonché vicepresidente del Consiglio, in condominio con Matteo Salvini premiato dall’associazione Italia-Israele mentre Israele stermina i palestinesi a Gaza; le chiediamo scusa, Signor Ministro, perché la sua arrampicata sugli specchi del diplomatichese per dire che l’Italia non segue Macron nel riconoscere lo Stato palestinese ma che l’Italia non smette di perorare la soluzione a due Stati (come, quando, e uno Stato senza popolo, perché intanto cancellato che diavolo di Stato sarebbe…); ecco, questo suo maldestro equilibrismo dialettico, appare come una presa di posizione maestosa, a fronte dell’uscita della Presidente del Consiglio. Che omaggia Repubblica della supercazzola mediorientale. Al bravo Tommaso Ciriaco, Giorgia Meloni, che vede Macron come fumo negli occhi manco fosse Putin, 

Citiamo testualmente dall’articolo di Ciriaco: “L’ho detto varie volte, anche in Parlamento – sostiene Meloni – L’ho detto alla stessa autorità palestinese e l’ho detto anche a Macron: io credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che ci sia uno Stato della Palestina, possa addirittura essere controproducente per l’obiettivo». Cosa intende Meloni per controproducente, dunque? «Se qualcosa che non esiste – spiega, riferendosi proprio a uno stato palestinese – viene riconosciuto sulla carta, il problema rischia di sembrare risolto, quando non lo è». A suo dire, insomma, la mossa del Presidente francese rischia paradossalmente di confliggere con le ragioni della Palestina”.

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No, non stiamo su Scherzi a parte. No, quella che parla non è una brava imitatrice della Giorgia nazionale. È proprio lei, è il suo pensiero. Stanno spianando Gaza, hanno di fatto annesso buona parte della Cisgiordania, è la presidente del Consiglio non avvampa di vergogna quando sentenzia che l’iniziativa dell’inquilino dell’Eliseo non solo è fuori fase ma addirittura, udite, udite, “rischia paradossalmente di confliggere con le ragioni della Palestina”.

Siamo oltre la red line della decenza. Meloni ha piegato l’Italia al più servile vassallaggio di Trump e Netanyahu. Bocciando la proposta delle opposizioni di sospendere il Memorandum militare con Israele, si è resa complice, assieme al governo e alla maggioranza che lo sostiene, del genocidio in atto a Gaza. Palestinesi uccisi anche con armi made in Italy. E ora, a fronte di una crescente riprovazione, in Italia, in Europa, nel mondo, verso i carnefici di Tel Aviv, la presidente del Consiglio prova a mischiare le carte, con un giro contorto di parole che avrebbe fatto arrossire anche il conte Mascetti. C’è un limite a tutto, Signora Presidente, anche alle supercazzole.

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