La Lega si schiera contro Giorgetti sulla manovra finanziaria, tensioni interne e Salvini resta in disparte

I vertici leghisti contestano la stretta previdenziale proposta dal ministro, mentre Meloni cerca di mediare e Romeo difende una linea più dura per il partito.

La Lega si schiera contro Giorgetti sulla manovra finanziaria, tensioni interne e Salvini resta in disparte
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21 Dicembre 2025 - 17.22


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Ci sono state forti tensioni all’interno della Lega sulla manovra finanziaria, in particolare sulla proposta di una stretta previdenziale che rischiava di cambiare i requisiti e le condizioni di accesso alle pensioni. Questa misura, che sarebbe servita a trovare coperture finanziarie per altre parti della legge di bilancio, è stata poi stralciata dalla manovra in seguito alle pressioni interne al partito.

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Il segretario della Lega, Matteo Salvini, è rimasto inusualmente in disparte durante i momenti più acuti della tensione, senza contattare direttamente il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che appartiene allo stesso partito ma guida tecnicamente il dossier sulla manovra.

Esponenti vicini a Salvini hanno criticato la linea economica del ministero, sostenendo che pur se lo spread e i giudizi delle agenzie di rating sono positivi, gli elettori della Lega votano il partito per misure come la tutela delle pensioni.

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Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, ha rivendicato il ritorno a una linea più tradizionalista e combattiva del partito, a volte definita come il “celodurismo lombardo”.

Giorgetti, presentandosi in commissione Bilancio al Senato, ha minimizzato le frizioni come naturali in una legge di bilancio complessa e ha scherzato sulle voci di dimissioni, affermando di pensarci ogni mattina, ma difendendo i tecnici del Mef e la necessità di assumersi responsabilità politiche senza scaricarle sugli altri.

Nel frattempo, la premier Giorgia Meloni ha telefonato a Salvini invitandolo a calmare i toni. Ha fatto richieste simili ad altri ministri e ha assicurato che alcune misure non entrate nella manovra potrebbero essere recuperate nel corso del 2026 tramite altri strumenti normativi.

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Infine, nonostante lo strappo e le tensioni all’interno della maggioranza, la manovra ha incassato il via libera in commissione al Senato e prosegue ora verso l’approvazione definitiva da parte del Parlamento.

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