Nel 2024, le banche italiane sono più in forma che mai. Con un utile netto record di 46,5 miliardi di euro, in aumento del 14% rispetto al 2023. È quanto emerge da una ricerca della Fabi, la federazione autonoma bancari italiani. Ci troviamo davanti a un miracolo economico per chi stampa estratti conto, non certo per chi li legge e che trema il 27 di ogni mese.
E così, mentre il cittadino medio si riscopre esperto in offerte del supermercato e tariffe luce/gas più basse del metano in Siberia, le banche fanno cassa, senza nemmeno doversi sforzare troppo. Basta sedersi alla scrivania, lasciar correre l’inflazione, e intascare la differenza tra i tassi attivi e quelli passivi. Più che banchieri, oggi li si dovrebbe chiamare affittuari del denaro pubblico.
Insomma, è bastato un obolo allo Stato dell’1-2% sugli extra-profitti degli ultimi 12-24 mesi, con l’obiettivo di raccogliere circa 3,5 miliardi di euro, che poi verranno restituiti sotto forma di sgravi fiscali tra il 2027 e il 2029. Un piccolo prestito allo Stato concluso a tarallucci e vino. Nel frattempo, la saga estiva delle acquisizioni bancarie si arricchisce di nuovi episodi a colpi di Opa e Ops.
Quella di “Il Trono di Spread” di Unicredit il 23 luglio potrebbe chiudere con l’ultima puntata. L’Opa su Banco Bpm, inizialmente lanciata come la Superlega della finanza italiana, pare avviata al fallimento. Colpa della “geopolitica” e della “sicurezza economica dello Stato” che è un po’ come dire: abbiamo fatto i conti senza l’oste, che in questo caso si chiama Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze).
Ma c’è anche l’altra grande saga di “Il ritorno dello Stato-banchiere” di Mps Siena. Iniziata con successo mediatico a gennaio sta ora per giungere alle puntate più calde. L’Ops (Offerta Pubblica di Scambio) su Mediobanca è iniziata il 14 luglio, giusto per festeggiare la presa della Bastiglia. Il che è curioso, visto che l’Mps si sente molto più a suo agio con l’Ancien Régime, ma i tempi cambiano, e adesso pure il Monte vuole diventare “il Re Sole” delle banche. La fine dell’offerta è fissata per l’8 settembre, data simbolica per armistizi e rese incondizionate: chissà se Mediobanca firmerà.
Nel bel mezzo di questa partita tra giganti, c’è un piccolo dettaglio di cui nessuno dal Governo, poco dall’opposizione e ancora meno sui media, parla abbastanza. Come diavolo hanno fatto a generare quasi 47 miliardi di utili senza che abbiano rischiato un solo euro? Noi. Con i mutui raddoppiati. Con gli interessi sul fido al 17%. Con i prestiti per il motorino al tasso di usura. Con i conti correnti che rendono meno delle figurine Panini.
Ma questa è l’Italia dove il capitalismo è privatizzazione dei guadagni e socializzazione del disagio.