Dal teatro al cinema: il debutto di Doñas con Giancarlo Giannini

La seconda parte del film Baracoa, ambientata nella Cuba rurale, mostra a Pepe la vera povertà e valori completamente diversi, con uno sguardo poetico e umano

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1 Dicembre 2025 - 21.45 Culture


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Il Festival de Cine de La Habana (4-14 dicembre) accoglierà nella sezione opere prime il film Baracoa, diretto da Luis Ernesto Doñas, in attesa di una distribuzione italiana. Il film segna il debutto cinematografico del regista, già attivo nel teatro e in produzioni europee, e si presenta come un road movie con tre personaggi principali. Due di loro percorrono l’intero viaggio, mentre altri compaiono solo a tratti, in un percorso che Doñas descrive come un incontro tra Il sorpasso di Dino Risi e Fragola e cioccolato dei cubani Tomas Gutiérrez Alea e Juan Carlos Tabìo.

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Nel cast spicca Giancarlo Giannini, che ha girato due settimane all’Avana nel ruolo di Felipe, generale italiano volontario a Cuba durante la caduta di Fulgencio Batista nel 1956. Dopo quegli eventi, Felipe decide di restare sull’isola e ha un figlio, Pepe (Carlos Luis González), lontano da ogni ideologia tranne quella del denaro, che si fa chiamare “il re dell’Avana”.

Al centro del trio principale c’è anche Jimmy (Yadier Fernández), medico che segue Felipe durante la malattia e guida Pepe in un viaggio a Baracoa, che lo trasformerà profondamente. Per costruire il personaggio complesso, dalla doppia vita, di Jimmy, Fernández si è ispirato al drag performer Jaime Jiménez, noto come Estrellita Vidal nella comunità teatrale e LGBTQ+. Come spiega il regista, Jimmy rappresenta per Felipe un confidente, un medico affidabile che sarà in grado di poter cambiare il figlio, anche se di notte si esibisce nei locali.

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Il film esplora il viaggio di Pepe: allontanandosi dall’Avana e entrando nella Cuba rurale, scopre che i suoi dollari valgono poco e conosce la vera povertà con uno sguardo anche poetico. La seconda parte di Baracoa offre uno sguardo più umano, dove i valori sono totalmente diversi, in perfetta sintonia con il neo-realismo italiano che ha influenzato il cinema cubano degli anni Sessanta.

Luis Ernesto Doñas ricorda con entusiasmo il lavoro sul set con Giannini: “Ha un magnetismo incredibile sullo schermo. Le conversazioni sulle sue esperienze con Lina Wertmüller, Luchino Visconti, Reinier Werner Fassbinder ed Ettore Scola duravano fino alle prime ore del mattino ed erano vere e proprie masterclass”. L’attore si è mostrato subito disponibile, desideroso di interpretare un uomo anziano ma ancora pieno di luce negli occhi, capace di rivoluzione.

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