Gli allenatori italiani chiedono l’esclusione di Israele dalle competizioni calcistiche di Uefa e Fifa

Gli allenatori italiani sollecitano la Figc a prendere posizione netta chiedendo l’esclusione di Israele da tutte le competizioni calcistiche internazionali di Uefa e Fifa.

Gli allenatori italiani chiedono l’esclusione di Israele dalle competizioni calcistiche di Uefa e Fifa
Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori
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19 Agosto 2025 - 22.20


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Gli allenatori italiani di calcio, riuniti nell’Aiac, hanno inviato una lettera al presidente della Figc, Gabriele Gravina, chiedendo di mobilitarsi per Gaza e di inoltrare a Uefa e Fifa la richiesta di sospendere temporaneamente Israele dalle competizioni internazionali. L’iniziativa arriva a un mese dalla doppia sfida che vedrà la Nazionale azzurra affrontare Israele nelle qualificazioni ai Mondiali.

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L’associazione guidata da Renzo Ulivieri ha definito la sua iniziativa in favore del popolo palestinese “un’azione non solo simbolica, una scelta necessaria, che risponde a un imperativo morale, condivisa da tutto il gruppo dirigente”.

Dopo un primo confronto interno, “dopo un primo passaggio all’interno del consiglio di presidenza, convocato da Ulivieri – fa sapere l’Aiac – il direttivo nazionale dell’Assoallenatori ha deliberato unanimemente di inviare una lettera-appello al presidente della Figc, Gravina, e a tutte le componenti federali, perché il calcio italiano si mobiliti, nel proprio ambito, in favore del popolo palestinese, mettendo sul tavolo la richiesta, da inoltrare a Uefa e Fifa, di sospensione temporanea di Israele dalle competizioni internazionali”.

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Ulivieri ha spiegato: “I valori di umanità, che sostengono quelli dello sport, ci impongono di contrastare azioni di sopraffazione dalle conseguenze terribili”.
Il vicepresidente Camolese ha aggiunto: “Si può solo pensare a giocare, voltando la testa dall’altra parte: noi crediamo che non sia giusto”.
Il vicepresidente Vossi ha sottolineato: “Troppi morti senza colpa. Tra loro anche tanti sportivi. Un motivo in più per cercare azioni di contrasto internazionale anche nel nostro settore”.
Il vicepresidente Perondi ha concluso: “Il mondo è in fiamme. Molti popoli soffrono come quello palestinese. L’indifferenza non è ammissibile”.

L’Aiac ha quindi ribadito la sua posizione con un appello dal titolo AIAC alla Figc: Israele deve fermarsi.
“Una partita di calcio, preceduta dagli inni nazionali, può essere considerata solo una partita di calcio? Quel che sta accadendo nella striscia di Gaza, con riflessi pesanti in Cisgiordania e Libano, può essere semplicemente annoverato come uno dei 56 conflitti attivi nel mondo, che dovrebbero avere stessa attenzione e uguale reazione? Il massacro terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, con oltre un migliaio di vittime innocenti israeliane più la presa di 250 ostaggi, può giustificare la feroce rappresaglia genocida di Israele, che ha fatto decine di migliaia di morti civili palestinesi, fino ad annunciarne la deportazione?”

“L’enormità degli accadimenti che si stanno susseguendo in quei territori martoriati impone una presa di coscienza da parte di ognuno e anche, a nostro avviso, una azione concreta, commisurata al dramma in atto. Non è più tempo di moral suasion nei confronti del Governo Netanyahu, palesemente sordo agli appelli che gli vengono rivolti da più parti, comprese partecipate manifestazioni di piazza e voci importanti del suo stesso popolo. A conferma che le critiche e le contestazioni oggettive non strizzano l’occhio ai terroristi di Hamas (una parte non secondaria del problema), e soprattutto non nascondono pulsioni antisemite irrisolte. Lo diciamo con forza: davanti all’Olocausto siamo per sempre tutti ebrei e nessuno vuol togliere il segnalibro della memoria. Ma la Storia non si è fermata a quell’orrore e ci interroga oggi, senza sconti per nessuna nazione. Senza dimenticare che l’occhio per occhio biblico resta una formula affidata da Dio a Mosé perché la reazione a un male subìto non sia sproporzionata. Vale per ogni singolo, vale a maggior ragione per uno Stato democratico.”

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Richiamando lo statuto federale, l’associazione ricorda che “il comma 5 dell’art.2 dello Statuto federale recita: ‘La Figc promuove l’esclusione dal giuoco del calcio di ogni forma di discriminazione sociale, di razzismo, di xenofobia e di violenza’”.

“Il Consiglio Direttivo dell’Aiac unanimemente, crede dunque che davanti alle stragi quotidiane, che hanno riguardato anche centinaia di morti tra dirigenti, tecnici e atleti, compreso la stella del calcio palestinese Suleiman al-Obeid, sia legittimo, necessario, anzi, doveroso, porre al centro del dibattito federale la richiesta, da proporre a Uefa e Fifa, dell’esclusione temporanea di Israele dalle competizioni sportive. Perché il dolore del passato non può oscurare coscienza e umanità alcuna”.

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