Le tende, i giovani, l’Università, il futuro, il fantomatico merito, il mondo che cambia ma che un Paese di vecchi, con natalità zero, riempendosi la bocca di slogan e di parole fatue non riesce a lasciare in mano ai giovani. Erri De Luca, lo ha detto al Salone del Libro di Torino si salvano solo i giovani, una provocazione forse sì ma io la penso come lui, perché i giovani li ho in casa, li frequento perché mi piace occuparmi di scuola e perché credo in loro, e lo faccio anche perché credo in me e nei valori e nell’esempio di tanti genitori come me, come noi e credo nell’ascolto.
Oggi ho deciso di scrivere, ho provato a trattenere un impeto irrefrenabile, ma vedendo le foto, i video dei tanti giovani che nel fango, nuotando, sporchi da capo a piedi sono in Romagna ad aiutare, a collaborare a risollevare un territorio che sta vivendo una vera catastrofe, non voglio solo applaudire ma voglio dire loro che io mi fido, che sono disposta a dargli spazio, a credere in ciò che dicono e fanno. Basta con il colpevolizzarli di un mondo che abbiamo costruito noi, che è la nostra eredità, talvolta malevola. Ho sostenuto Greta, sono scesa in piazza con mia figlia che mi ha insegnato tante cose, una scintilla che ha reso molti noi più consapevoli, mi hanno dato della Gretina meglio quello di stare alla finestra a guardare dando la colpa a tutti tranne che a noi stessi.
Sostengo le loro battaglie per i diritti e sono sanamente invidiosa per la loro consapevolezza delle tante diversità, sono ammirata dalla sensibilità verso gli altri e per la tolleranza che manifestano senza schemi e paraocchi. Mi piace questa gioventù che ha superato il Covid, la reclusione, la mancanza di una vita normale, una strana guerra contro tutto e tutti. Loro che hanno dovuto rinunciare ai baci, ai primi amori, al sesso, alle risate, loro che hanno rinunciato a guardarsi in faccia, loro che hanno studiato attraverso uno schermo, loro che si sono presi cura di noi, dei nonni e della nostra pazzia. Proprio la Next Generation ( Nuova Generazione) di cui parla il PNRR, quei figli, nipoti, giovani che ci hanno dato la forza di sorridere e di amare, quei giovani come mio figlio che durante la reclusione ha aiutato anziani ed amici a prenotare le vaccinazioni, la gioventù che ha subito le restrizioni con maggiore maturità di molte persone adulte, la loro resilienza che si è trasformata in resistenza.
Le tende degli universitari sono una bella immagine della protesta di questa gioventù, altro che critiche e sfilate di politici solo per una pacca sulla spalla, ma come hanno potuto non capire e criticare. In città come Roma, Milano, Firenze, Bologna e diverse altre è dura sopravvivere da fuori sede, il mercato immobiliare è alle stelle e non è facile per tutti poterselo permettere.
Una democrazia è in buona salute se garantisce il futuro, se la Scuola e l’Università godono di buona salute. Come fanno i politici a reagire ad un problema strutturale con un anacronistico concetto di merito, come si può dire loro andate a lavorare come se fosse la soluzione. Senza raccontare che molti di questi studenti, soprattutto i fuori sede, lavorano, spesso senza contratti e garanzie. La politica dei Palazzi romani chiede nei locali, nelle pizzerie, nei bar, ai corrieri chi di loro frequenta l’Università? Chiede loro che forse può succedere di essere fuori corso perché l’Università se la pagano e non con grande facilità? Il potere racconta che tra le babysitter che usano per andare alle feste, alle premiazioni, sulle terrazze capitoline ci sono quasi sempre giovani studentesse o studenti? Io ricordo con grande piacere una babysitter fantastica che oggi è un medico di successo, vive all’estero e fa ricerca sul cancro, veniva da noi e studiava nel nostro salone e mi diceva sempre che studiava benissimo da noi perché non doveva farlo in una casa piena di ragazzi e ragazze .. I soloni che urlano contro questi giovani perché non provano a trovare soluzioni serie e durature? Perché non si siedono ad analizzare numeri, dati ed a immaginare che questi giovani saranno i nostri angeli custodi nel futuro.
Basta colpevolizzare le nuove generazioni per cause strutturali, problemi antichi, creando malessere e una grande divaricazione sociale. Perché ci si ostina a non volere il meglio per i nostri figli e soprattutto per i figli degli altri? L’Istruzione e l’Università non hanno bisogno come valore fondante del merito, perché quale sarebbe in questo caso ho una famiglia che può pagare? Guardiamo a questi ragazzi con ammirazione, io lo confesso cerco di stare con loro il più possibile per aiutarli, per capire, per comprendere, per crescere e per scommettere su di loro e vincere le sfide del futuro.
Tutti in tenda con gli universitari, tutti a spalare fango, tutti a fare qualcosa di rispettoso verso la natura, tutti pronti a cambiare una visione sbagliata della scuola, tutti insieme per il benessere delle nuove generazioni , tutti consapevoli che se sbagliano siamo noi i loro esempi, tutti insieme per rendere il mondo migliore e per ricordargli che la pace è un valore importante, che i diritti vanno difesi e che bisogna combattere ovunque per i diritti di tutti, che nulla giustifica la violenza e che la vita è un bene assoluto.
“L’Italia ha sempre odiato i giovani, ma oggi lo fa in modo orribile perché la classe dirigente si sente immortale e sentendosi eternamente giovane si mette in competizione con chi giovane lo è veramente. C’è una forte ostilità generazionale (Marco Tullio Giordana)
E poi il mio adorato Oscar Wilde “La giovinezza è l’unica cosa che valga la pena possedere”