Nel suo primo Regina Coeli come Vescovo di Roma, Papa Leone XIV ha rivolto uno dei suoi primi e più forti messaggi al mondo intero: un appello alla pace che richiama con forza la linea del suo predecessore, Papa Francesco. Di fronte a una folla commossa, il nuovo pontefice ha ricordato la fine della Seconda Guerra mondiale, avvenuta ottant’anni fa l’8 maggio, e ha evocato la responsabilità dei leader globali nell’evitare che la storia si ripeta.
«Fratelli e sorelle, l’immane tragedia della Seconda Guerra mondiale terminava 80 anni fa, dopo aver causato 60 milioni di vittime», ha detto Leone XIV, per poi rilanciare con forza l’appello che fu anche di Francesco: «Mai più la guerra».
Il dolore per l’Ucraina e l’appello per una pace giusta
Il pensiero del Pontefice è andato immediatamente all’Ucraina, un popolo che – ha detto – porta «nel cuore». Leone XIV ha chiesto con decisione che «si faccia il possibile per giungere al più presto a una pace autentica, giusta e duratura». Ha inoltre invocato la liberazione dei prigionieri e il ritorno dei bambini deportati alle proprie famiglie. Temi già al centro del magistero di Francesco, che sin dall’inizio della guerra aveva denunciato le sofferenze del popolo ucraino e chiesto con insistenza la cessazione delle ostilità.
Gaza: “Cessi immediatamente il fuoco, si aiutino i civili”
La voce del Papa si è poi sollevata per la popolazione della Striscia di Gaza: «Mi addolora profondamente quanto accade nella Striscia di Gaza. Cessi immediatamente il fuoco, si presti soccorso umanitario alla stremata popolazione civile e siano liberati tutti gli ostaggi». Anche in questo passaggio, la continuità con la linea pastorale di Papa Francesco è evidente: la condanna della violenza indiscriminata e la richiesta urgente di proteggere i civili.
Speranza e diplomazia: India e Pakistan
In un contesto internazionale sempre più teso, Leone XIV ha voluto offrire un segnale di speranza citando il cessate il fuoco tra India e Pakistan. «Ho accolto con soddisfazione l’annuncio e auspico che attraverso i prossimi negoziati si possa presto giungere a un accordo duraturo», ha detto, ribadendo l’importanza del dialogo come via per la risoluzione dei conflitti.
Vocazioni, giovani e Buon Pastore: l’eredità spirituale di Francesco
La prima domenica del suo pontificato coincide con la domenica del Buon Pastore, nel tempo pasquale, dedicata da 62 anni alla preghiera per le vocazioni. Leone XIV ha accolto questo segno come «un dono di Dio» e ha rivolto un appello accorato ai giovani: «Non abbiate paura, accettate l’invito della Chiesa e di Cristo Signore». Ha sottolineato l’importanza di comunità capaci di ascoltare e accompagnare i giovani nel discernimento vocazionale, riprendendo pienamente lo stile e il linguaggio caro a Papa Francesco.
I riferimenti ai predecessori
Nel suo discorso, Leone XIV ha citato tre pontefici: San Giovanni Paolo II, con il suo celebre “Non abbiate paura” rivolto ai giovani e il grido “Mai più la guerra”; Paolo VI, che nel 1965 aveva lanciato un accorato appello di pace davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite; e naturalmente Papa Francesco, evocato esplicitamente con la formula ormai nota della “terza guerra mondiale a pezzi”.
Un linguaggio e un messaggio che dimostrano chiaramente come Leone XIV intenda porsi non in discontinuità, ma nella traiettoria tracciata dai suoi predecessori: quella di una Chiesa che parla al mondo con voce profetica, che cerca la pace, protegge i piccoli e invita i giovani a camminare nella fede con coraggio.