Relazioni e intimità: le nuove sfide degli uomini italiani

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Relazioni e intimità: le nuove sfide degli uomini italiani
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2 Dicembre 2025 - 17.08


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Nonostante gli uomini italiani si sposino più tardi e divorzino più frequentemente, molti di loro continuano ad affrontare nuove sfide relative alle relazioni e all’intimità dopo i 40 anni.

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L’Italia ha sempre celebrato l’arte dell’amore. Eppure, oggi, molti uomini sopra i 40 anni ammettono sottovoce che mantenere relazioni soddisfacenti e una vita intima appagante è più difficile rispetto al passato. Matrimoni più tardivi, tassi di divorzio più elevati, stress prolungato e cambiamenti legati all’età stanno ridefinendo il panorama. La buona notizia è che queste sfide sono misurabili e, nella maggior parte dei casi, altamente curabili.

Secondo gli ultimi dati Istat, l’età media in cui gli uomini si sposano per la prima volta è di 36,9 anni (rispetto ai 29 anni del 2000) e quasi un matrimonio su tre finisce con una separazione o un divorzio. Allo stesso tempo, la popolazione italiana sta invecchiando rapidamente: entro il 2030, circa il 42-45% degli uomini avrà più di 50 anni. Queste due tendenze convergono proprio nel momento in cui fattori fisici e psicologici possono influire sulla salute sessuale.

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La Società Italiana di Andrologia e Medicina Sessuale (SIAMS) riferisce che la disfunzione erettile (DE) colpisce il 13% degli uomini tra i 40 e i 50 anni e oltre il 50% degli uomini oltre i 70 anni, in misura più o meno grave. Recenti studi multicentrici, tra cui un lavoro pubblicato nel 2023 sul Journal of Sexual Medicine, confermano che i fattori di rischio più importanti sono quelli cardiovascolari (come ipertensione, dislipidemia e diabete), quelli legati allo stile di vita (come fumo, obesità e sedentarietà) e quelli psicologici. Nel 80% dei casi, la causa è almeno in parte organica e solitamente curabile.

Le linee guida dell’Associazione Europea di Urologia sottolineano che l’impotenza maschile è spesso un segnale precoce di malattie cardiovascolari. La disfunzione endoteliale compare inizialmente nelle piccole arterie, a volte anche anni prima che si manifestino i sintomi coronarici. Per questo motivo, qualsiasi uomo sopra i 40 anni che presenta DE dovrebbe sottoporsi a una valutazione del rischio cardiovascolare.

I dati provenienti da ampie coorti italiane, tra cui quelle coordinate dall’Università di Firenze e dallo Studio Europeo sull’Invecchiamento Maschile (EMAS), mostrano che circa un uomo su quattro di età compresa tra i 50 e i 59 anni presenta livelli di testosterone totale inferiori a 10 nmol/L, un valore spesso associato a ipogonadismo sintomatico. Bassi livelli di testosterone possono causare una riduzione della libido, DE, affaticamento e perdita di massa muscolare. Gli interventi di prima linea più efficaci sono la perdita di peso, l’allenamento di resistenza e un buon riposo notturno; la terapia ormonale sostitutiva è riservata ai casi confermati e deve essere seguita sotto la supervisione di uno specialista.

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Anche la durata della relazione, le difficoltà di comunicazione e l’ansia da prestazione giocano un ruolo significativo. Le indagini e i registri clinici indicano che, a partire dal 2015, si è registrato un aumento di circa il 40% nel numero di uomini italiani che si rivolgono a uno psicologo o a un sessuologo per problemi sessuali, spesso legati all’ansia o a dinamiche di coppia irrisolte. Una breve terapia di coppia o una consulenza specialistica possono spesso migliorare la soddisfazione, anche in presenza di una componente organica.

Misure pratiche efficaci:

  • Controllo sanitario annuale dopo i 45 anni: pressione sanguigna, profilo lipidico, glicemia a digiuno e, se necessario, testosterone/PSA.
  • Perdere il 7-10% del peso corporeo in caso di sovrappeso può ripristinare la funzione erettile fino a un terzo dei casi (Massachusetts Male Aging Study e dati di follow-up italiani).
  • Attività fisica regolare: una meta-analisi del 2023 pubblicata su Therapeutic Advances in Urology ha confermato che 120-160 minuti alla settimana di esercizio aerobico moderato riducono il rischio di DE di circa il 40%, spesso con un miglioramento evidente nel giro di poche settimane.
  • Abbiate conversazioni aperte con il vostro partner e, se necessario, con un andrologo o un urologo. Un intervento precoce con i trattamenti attuali (inibitori della PDE5, terapia con onde d’urto a bassa intensità e cambiamenti dello stile di vita) può raggiungere tassi di successo superiori al 70%.

Tradizionalmente, gli uomini italiani hanno considerato le difficoltà sessuali come una sconfitta personale piuttosto che un problema medico. Tuttavia, le prove dimostrano chiaramente che affrontare tempestivamente questi problemi protegge non solo l’intimità, ma anche la longevità e la qualità della vita in generale. Parlare apertamente con un medico non è un segno di debolezza, ma piuttosto la risposta razionale di un uomo che intende godersi appieno i prossimi decenni.

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Il desiderio e la connessione non hanno una data di scadenza. La medicina moderna e i cambiamenti dello stile di vita permettono agli uomini di godere di una vita intima appagante a ogni età.

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