Via dall’Afghanistan

Una guerra inutile continua a mietere vittime senza ottenere alcun successo politico di rilievo. I morti civili e militari "in nome della pace" sono una follia.

Una guerra folle che continua a mietere vittime
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26 Luglio 2011 - 12.05


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L’ennesima guerra inutile continua a mietere vittime senza ottenere alcun successo politico di rilievo. Ucciso un altro soldato italiano. I morti civili e militari “in nome della pace” sono una follia.

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Ormai anche le notizie sui soldati uccisi durante le finte missioni di umanitarie (in realtà guerre a tutti gli effetti) sono patetiche. L’agenzia di stampa di turno batte due righe col nome del malcapitato e poi parte la raffica dei comunicati di condoglianze dei soliti noti. Sempre gli stessi.

Il ragazzo che ci ha rimesso la pelle ieri era il caporal maggiore David Tobini. Era nato a Roma il 23 luglio 1983 e prestava servizio nel 183* reggimento paracadutisti ’Nembo’ di Pistoia. Il luogo dell’uccisione è stata la valle del Murghab.

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Una zia del parà ha detto ai giornalisti: “Mio nipote era una persona squisita. Era la seconda volta che si recava in Afghanistan e la prima volta, al ritorno, ci aveva sempre detto che in quella terra c’è troppa miseria”. Poi la donna ha aggiunto: “Sono distrutta non si può morire così, a 28 anni. Abbiamo letto con apprensione in questi anni di altre morti e siamo sempre stati in apprensione per David, stavolta è toccato a noi. Non riesco ancora a crederci, non è giusto”.

Il conflitto afghano è ormai uno scandalo internazionale. Milioni di dollari spesi ogni giorno per nulla, immense sofferenze per la popolazione civile, ricchezze enormi per i signori della guerra alleati della Nato e che trafficano in droga, un presidente fantoccio, Karzai, che ha vinto finte elezioni grazie ai brogli e non controlla neppure l’intera capitale. Ed i talebani, gli integralisti sedicenti islamici, che misteriosamente riescono a procurarsi armi e materiali (anche loro col traffico della droga) senza che nessuna polizia internazionale sia in grado di fermare gli approvvigionamenti diretti verso di loro anche grazie alla notissima complicità del governo pakistano, contemporaneamente alleato della Nato.

Laggiù ci sono attualmente circa 4.200 militari italiani, il contingente più numeroso di sempre. Il recente decreto di rifinanziamento delle missioni, valido fino alla fine del 2011, ha lasciato inalterato il numero, che però dovrebbe cominciare a ridursi gradualmente dall’inizio del prossimo anno con l’obiettivo finale di lasciare, entro la fine del 2014, solo un contingente ridotto con compiti di addestramento delle forze di sicurezza locali.

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Un esodo poco probabile, visto che le forze talebane sono ogni giorno più aggressive ed al momento non si ha notizia di nessuna iniziativa politica di pacificazione.

Anzi, le conseguenze dalla ‘guerra umanitaria’ della Nato rischiano di rafforzare ulteriormente il consenso intorno agli integralisti. Sempre ieri, nel corso di un’operazione della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) nel distretto di Nahr-e-Saraj sono stati colpiti 5 bambini. Il ferimento dei piccoli è avvenuto in circostanze del tutto poco chiare, secondo il comando locale durante un poco probabile tentativo di uccidere un leader talebano nella provincia meridionale di Helmand.

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