Egitto, al processo coprono Mubarak

Ieri Hussein Said Musa non ha confermato l'ordine di sparare sui manifestanti che avrebbe dato Mubarak nei primi giorni della rivolta.

Egitto, al processo coprono Mubarak
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6 Settembre 2011 - 19.44


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Un alto funzionario del servizio di sicurezza e tre altri rappresentanti della polizia hanno testimoniato ieri al processo all’ex-presidente egiziano Hosni Mubarak. Testimonianze che hanno dato una mano all’ex raìs accusato dell’omicidio premeditato di 850 dimostranti egiziani durante la rivolta popolare dello scorso gennaio. Hussein Said Musa, ex capo delle comunicazioni della Sicurezza dello Stato, non ha confermato l’ordine di sparare sui manifestanti.

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Le armi e le munizioni erano state trasportate in ambulanza al ministero degli interni per la difesa delle strutture ministeriali e delle prigioni e non per fare fuoco in modo indiscriminato sui dimostranti, ha detto Musa, dando la sua versione di uno dei fatti più gravi che hanno segnato il bagno di sangue nei 18 giorni della rivoluzione anti-Mubarak. L’ex dirigente ha aggiunto che il primo giorno della rivolta, il 25 gennaio, sono stati usati lacrimogeni e idranti. Poi quando la situazione è precipitata il 28 gennaio e il ministero degli interni è stato «attaccato», è arrivata la richiesta di armi automatiche.

«Le armi sono state portate al ministero e alle prigioni in ambulanza perché i veicoli della polizia venivano bruciati e attaccati dai manifestanti», ha spiegato l’uomo. Alla domanda su chi abbia dato gli ordini, l’ufficiale ha addossato la responsabilità ad Ahmed Ramzi, all’epoca capo del famigerato servizio di sicurezza.

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Musa inoltre ha negato di avere intercettato una comunicazione telefonica fra Ramzi e l’ex ministro dell’interno Habib el Adly, co-imputato per le violenze contro i manifestanti. Mentre Musa forniva questa versione dell’accaduto, decine di sostenitori di Mubarak hanno esposto in aula uno striscione e vari cartelli in sostegno dell’ex rais e successivamente, all’esterno, si sono scontrati con attivisti della rivoluzione e famigliari delle vittime della repressione.

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