Erdogan sostituisce Obama

Barack Obama scelse la capitale egiziana per proclamare la sua visione del presente e del futuro arabo. In questi giorni il leader turco ha scelto il Cairo per un discorso simile.

Il ministro turco
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15 Settembre 2011 - 11.19


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Anni fa un grande leader ha scelto la capitale egiziana per proclamare la sua visione del presente e soprattutto del futuro arabo: Barack Obama. Il suo discorso si basava su due architravi, democrazia e diritti. Quel discorso suscitò entusiasmo e speranze, comprensibili, soprattutto se si considera che al potere c’era ancora Mubarak.

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Poi quelle speranze sono sfumate, sono apparse illusioni per diversi motivi, non ultimi le esitazioni nei giorni della rivoluzione anti-mubarakiana, le scelte successive (filo-militari) e ora per il netto no alla proclamazione dello stato palestinese.

In questi giorni però un altro leader ha deciso di andare al Cairo a pronunciare un discorso molto simile a quello pronunciato a suo tempo da Obama: il primo ministro turco, Erdogan. “La democrazia è un diritto come il pane e l’acqua. Non abbiate paura della laicità dello stato, non voltate mai le spalle allo stato laico. I palestinesi hanno diritto al loro stato, ora!” Questi i punti fondamentali del suo discorso. Non sorprende che la piazza lo abbia trattato come il nuovo Califfo.

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Erdogan ha firmato contratti a non finire, lo accompagnavano centinaia di imprenditori, e l’idea che un nuovo asse turco-egiiano si profili, forse anche in termini di patto militare, non è più infondata.

Erdogan non è andato al Cairo per un neo-imperiale, ma per la consapevolezza che il futuro della primavera araba è il futuro della Turchia (non a caso ha di nuovo usato durissimi contro quel Bashar al-Assad che seguita a massacrare i suoi concittadini). Non a caso il suo viaggio è proseguito alla volta di Tunisia e Libia.

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