Non si conosce ancora il volto dello sfidante di Barack Obama alle elezioni per la Casa Bianca del prossimo novembre, ma una cosa è già certa: la Santa Sede voterà per il candidato repubblicano, meglio ancora se cattolico. E’ questo il senso – quasi esplicitamente dichiarato – del discorso tenuto ieri mattina dal Papa di fronte a un nutrito gruppo di vescovi americani ricevuti in udienza. La corposa conferenza episcopale a stelle e strisce, infatti, sta compiendo in queste settimane la tradizionale visita ‘ad limina apostolorum’; uno scaglione dopo l’altro decine di prelati americani vengono accolti dal Pontefice che saluta, ascolta e poi dice la sua. Fra l’altro l’esternazione papale è arrivata proprio mentre le primarie repubblicane precipitavano nel caos e il cattolico integralista, con consensi anche fra le sette evangeliche, Rick Santorum, riguadagnava posizioni rispetto al cristiano-mormone Mitt Romney.
Ieri mattina, Benedetto XVI ha letto – e non semplicemente consegnato ai vescovi Usa – un intervento di inusitata durezza sulla situazione della Chiesa in America. Ha denunciato le forti limitazioni che sarebbero state imposte dal governo alla libertà religiosa e all’obiezione di coscienza, ha chiamato l’intera comunità cattolica alla mobilitazione in difesa della morale proposta dalla Chiesa quale fonte della verità e della legge, ha dato mandato ai vescovi di sostenere i politici impegnati a difendere la vita e la dignità umana. Insomma si è espresso in modo chiaro e inequivocabile in favore della corrente pro-life della destra repubblicana, spesso radicale nei toni e negli slogan, pronta alla crociata contro unioni gay e aborto, e stretta intorno a un fondamentalismo religioso che alimenta le mille chiese evangeliche d’America e, ormai da diversi anni, costituisce la bussola della Chiesa cattolica d’Oltreoceano.
Nel suo discorso, Benedetto XVI, ha prima ricordato che anche gli atti fondativi della nazione americana fanno riferimento ai principi etici derivanti dalla natura e da Dio, poi ha sottolineato come questi ultimi siano oggi “erosi” da correnti “sempre più ostili al cristianesimo come tale”. Infine ha aggiunto: è ora che “l’intera comunità cattolica degli Stati Uniti si renda conto delle gravi minacce alla pubblica testimonianza morale della Chiesa, rappresentate da un secolarismo radicale, sempre più spesso presente in ambito politica e culturale”.
Molti vescovi, ha spiegato il Papa, hanno “segnalato i numerosi tentativi di negare il diritto di obiezione di coscienza per le istituzioni cattoliche” in relazione a “pratiche intrinsecamente scorrette”. “Altri – ha detto Ratzinger – mi hanno parlato della preoccupante tendenza a ridurre la libertà religiosa a semplice libertà di culto, senza garanzie di rispetto per la libertà di coscienza”. Quindi il passaggio più esplicitamente politico: i vescovi devono sostenere i cattolici impegnati in politica e dare man forte al loro impegno in difesa della vita e della dignità della persona.
“Non c’è alcun dubbio – è stato l’avvertimento del Pontefice – che una testimonianza più coerente da parte dei cattolici d’America delle loro convinzioni più profonde darebbe un importante contributo al rinnovamento della società”. Dall’intervento di ieri di Benedetto XVI traspare, dunque, anche un certo allarme per la distanza crescente fra pastori e gregge: se i vescovi sono intransigenti sulle questioni bioetiche, il popolo dei credenti non sempre li segue.
Va ricordato che nell’autunno scorso i vescovi americani hanno dato vita a una commissione per difendere la libertà religiosa attaccata, secondo la Chiesa americana, anche dai programmi federali in materia di sanità nei quali si promuove l’uso dei contraccettivi o, in altro ambito, quello del preservativo per arginare l’Aids. Ancora c’ il problema dei matrimoni omosessuali permessi in alcuni Stati. A capo della controffensiva cattolica anti-Casa Bianca si trova l’arcivescovo di New York Timothy Dolan, personalità ecclesiastica in ascesa, che diventerà cardinale il prossimo 18 febbraio e già considerato fra i possibili successori di Ratzinger dagli ambienti cattolici più conservatori.
