Si vivono ore di grande incertezza e preoccupazione in Egitto dopo l’annuncio che oggi non sarà comunicato il risultato definitivo del ballottaggio del 16 e 17 giugno per l’elezione del nuovo capo dello stato. La Commissione elettorale non ha fissato una nuova data precisa e questo ha alimentato i sospetti dei sempre più numerosi egiziani che temono un complotto della giunta militare. I segnali arrivati in questi ultimi giorni – a cominciare dall’annullamento deciso dalla corte costituzionale delle elezioni politiche dello scorso inverno – indicano che i generali egiziani sono sempre meno intenzionati a trasferire ai civili, nei tempi previsti, i poteri che detengono da quando è stato deposto l’ex presidente Hosni Mubarak, l’11 febbraio 2011.
In tutto il paese sono state rafforzate le misure di sicurezza e circola insistente la voce che potrebbe essere imposto il coprifuoco il giorno in cui sarà comunicato il nome del nuovo capo dello Stato, quando la Commissione elettorale avrà completato l’esame di tutti i 400 ricorsi presentati.
Il candidato dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi, da giorni afferma di essere il vincitore delle presidenziali e ieri si è presentato alla Commissione elettorale con un team di 26 avvocati per chiedere spiegazioni. Altrettanto ha però fatto anche Ahmad Shafiq, l’ultimo premier sotto Mubarak e considerato un esponente del passarto regime, che ugualmente dice di avere vinto. E’ opinione diffusa che Morsi sia l’effettivo vincitore delle elezioni, sia pure con un margine esiguo di voti. Secondo un gruppo di giudici, l’esponente dei Fratelli musulmani ha vinto con 13.238.335 voto contro i 12.351.310 di Shafiq.
Nel frattempo in piazza Tahrir, simbolo della Rivoluzione del 25 gennaio che ha cacciato Mubarak dopo trent’anni di potere, si sono radunate ieri migliaia di persone e altrettante lo faranno oggi, contro la giunta militare e contro Shafiq. Le ore passano anche nell’attesa e nell’incertezza causata dalla mancanza di notizie ufficiali sulla salute di Mubarak, ricoverato d’urgenza all’ospedale militare di Maadi e dato l’altro ieri come “clinicamente morto” dall’agenzia di stampa egiziana “Mena”. Poi in coma ma ancora vivo da suoi avvocati. Si attende ancora il bollettino medico ufficiale. Annunciato ieri in mattinata, non si é mai materializzato.