Molta retorica, molte armi, molti simboli della gloria passata. Così, in questa cornice patriottica, con l’immancabile benedizione di un sacerdote ortodosso, una ventina di cosacchi russi è partita da Mosca a cavallo, in direzione di Parigi. Un viaggio di più di duemila e cinquecento chilometri. Lo stesso viaggio che duecento anni fa fecero altri cosacchi, in quel caso autentici.
Truppe scelte dello zar Alessandro I° che si gettarono all’inseguimento di Napoleone, quando l’imperatore francese fu costretto a battere in ritirata dopo la tragica “campagna di Russia”.
Oggi, i neo-cosacchi attraverseranno sei Stati: Russia, Bielorussia, Polonia, Lituania, Germania e Francia.
La singolare manifestazione è stata organizzata nel bicentenario della disfatta di Napoleone in Russia, sugellata dalla sconfitta nella battaglia di Borodino del 7 settembre 1812.
Napoleone aveva lanciato qualche mese prima l’invasione della Russia zarista. Entrato a Mosca a settembre, il mese successivo fu costretto ad una catastrofica ritirata. Dove morì quasi la metà delle sue truppe.
Partiti da Mosca, dal monte Poklonnaïa, i cosacchi del terzo millennio contano di arrivare a metà ottobre a Fontainebleau, nei pressi di Parigi, dove Napoleone abdicò nel 1814. Quella stessa Parigi dove il 30 marzo 1814, lo zar entrò trionfante. E dove pubblicò il famoso “proclama” nel quale Napoleone veniva descritto come il “genio del male”. Alessandro I° divenne così il più potente sovrano del vecchio continente. Ma questo avveniva, appunto, duecento anni fa.
Cosacchi del terzo millennio verso Parigi
Venti neo-cosacchi sono partiti da Poklonnaïa per ripercorrere, due secoli dopo, l'inseguimento a Napoleone dopo la disastrosa campagna di Russia.
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13 Agosto 2012 - 11.18
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