Il Congresso Nazionale libico non ha dato la fiducia al governo proposto dal primo ministro in carica Mustafa Abu Shagur, costretto a dimettersi. Quello di oggi era il secondo tentativo della settimana di presentare una formazione di governo. Dopo le proteste sollevate contro la lista di 29 ministri proposti giovedì scorso, il primo ministro in carica dal 12 settembre ci ha riprovato oggi con un mini-cabinetto di 10 cariche. Dei 186 membri del Congresso nazionale, solo 44 hanno dato la loro fiducia, mentre 125 si sono espressi contro e 17 astenuti. A pochi giorni dalla prima formazione bocciata, la mozione di sfiducia di oggi fa ricadere la Libia nel caos politico.
“Di fronte alle sfide che deve affrontare il Paese” – cita il quotidiano Gulf News il premier Abu Shagur di fronte al Congresso libico- “vi presento un governo di crisi limitato a 10 cariche ministeriali, nel rifiuto di qualsiasi considerazione di carattere geografico”.
Una proposta che ha lasciato molti insoddisfatti. Ieri qualche centinaio di manifestanti della città di Zawiyah hanno preso d’assalto la sede del congresso nazionale, chiedendo una maggiore rappresentanza e le dimissioni di Abu Shagur. La lista proposta dall’ex vice ministro nel governo provvisorio post-Gheddafi non prevedeva inoltre portafogli per i due maggiori partiti. Le contrattazioni per una partecipazione al governo erano fallite sia con i liberali dell’Alleanza delle Forze Nazionali (Nfa), che con il Fratelli mussulmani del partito di Giustizia e Costruzione. Ora, il più grande partito Nfa starebbe negoziando con i Fratelli Mussulmani per “scegliere un leader adatto ad essere rappresentante della Libia” dichiara il portavoce della Nfa Hamuda Syala all’agenzia Reuters.
Il problema della sicurezza e del controllo territoriale sono le priorità del futuro governo. Che però “non dispone di succifienti capacità militari per proteggere adeguatamente i propri uffici” spiega il professore di storia libica all’Università di Cambridge Jason Pack “per non parlare del complesso processo di disarmamento e smobilitazione delle centinaia di diverse milizie”.
Una complessità e una frammentazione a cui il la proposta dell’ingegnere elettronico, professore negli Stati Uniti per 17 anni e candidato di compromesso preferito per pochi voti a Mahmud Jibril, Mustafa Abu Shagur non ha potuto dare risposta. Facendo avverare il timore di tanti analisti, che prevedevano la mozione di sfiducia del congresso nei suoi confronti. Secondo un giornalista di un quotidiano di Bengasi riportato dall’agenzia Afp, almeno 13 dei nomi proposti nella prima lista facevano già parte del comitato esecutivo durante gli scontri che hanno portato alla caduta del generale Gheddafi, o erano già nel governo impopolare di Abdel Rahim al-Kib. “Il cabinetto proposto era basato su rapporto di lealtà e amicizie” spiega lapidario l’analista Miftah Buzeid.
Secondo il piano di transizione per la Libia il nuovo governo dovrebbe essere in carica per un solo anno, per poi lasciare spazio a nuove elezioni sulla base di una nuova costituzione. Ma su Afp, l’analista Buzeid fa notare: “Ricordate che il Libano cono sono voluti due anni per formare il governo”.