Tra i firmatari dell’appello appaiono Oxfam, MAP, ActionAid, Cospe (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti), Medcin du Monde, Terres des Hommes Italy, Save the Children e Gvc (Gruppo di Volontariato Civile) Care International e Christian Aid.
La comunità internazionale deve urgentemente cambiare il proprio approccio verso Gaza e mantenere le promesse sulla ricostruzione. A sei mesi dalla conferenza dei paesi donatori al Cairo dove 3.5 miliardi di dollari furono promessi per la ricostruzione di Gaza dopo l’operazione israeliana Margine Protettivo non è iniziata.
Il rapporto, sostiene “che un nuovo conflitto è inevitabile a meno che i leader mondiali non introducano un nuovo approccio che si occupi delle cause che stanno alla base del conflitto”. “Le promesse dei donatori si sono trasformate in parole vuote. Si è ricostruito pochissimo, senza un accordo di cessate il fuoco permanente e nessun piano per mettere fine al blocco (di Gaza)” ha dichiarato il direttore esecutivo di Oxfam Winnie Byanyima.
Solo il 26,8% delle donazioni promesse è stato rilasciato e la ricostruzione non è iniziata a causa delle restrizioni ai materiali edili imposte dal blocco. “Il mondo sta chiudendo gli occhi e le orecchie verso la popolazione di Gaza…con il blocco ancora effettivo stiamo solo ricostruendo vite fatte di miseria, povertà e disperazione”, ha detto il capo delle operazioni della britannica MAP.
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Argomenti: israele