La Siria è un Paese allo stremo “ma a livello internazionale c’è determinazione a continuare la guerra. Come ha detto il Papa parecchie volte lo si deve al commercio di armi e agli interessi strategici”. A denunciarlo è stato l’arcivescovo caldeo di Aleppo, monsignor Antoine Audo, nel corso di una conferenza organizzata alla stampa estera dall’associazione ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’, dal titolo ‘Cristiani di Siria: aiutateci a rimanere”.
Il religioso ha messo subito in chiaro: “voglio dire chiaramente che siamo determinati a rimanere in Siria per continuare la nostra testimonianza”. Mons. Audo ha raccontato la situazione ad Aleppo: “non c’è sicurezza, le bombe arrivano dovunque. L’80% delle persone si ritrova senza lavoro. Sono ormai tanti i professionisti che si rivolgono alla Caritas per ricevere un aiuto. Da oltre un mese non c’è più nè acqua nè elettricità”.
L’arcivescovo caldeo di Aleppo ha denunciato anche che “Aleppo è a quaranta chilometri dalla Turchia che accoglie tutti i gruppi armati. La Turchia come istituzione finanzia l’Isis. Anche Erdogan si presenta come fratello musulmano ma poi è al servizio dei potenti”. L’arcivescovo ha descritto il grande esodo di cristiani che fuggono dalle persecuzioni: “Chi può partire, parte. I cristiani rimasti ad Aleppo, dagli iniziali 150 mila, saranno rimasti in 50 mila ma anche meno”.