L'aborto e le donne del Salvador: siamo madri, non assassine
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L'aborto e le donne del Salvador: siamo madri, non assassine

Nella giornata internazionale per un aborto legale e sicuro la protesta a El Salvador, dove c'è una legge tra le più severe e punitive

La protesta delle donne di San Salvador
La protesta delle donne di San Salvador
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29 Settembre 2017 - 19.37


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Nel Salvador le legge che vieta l’aborto è una delle più severe del mondo, ma il Congresso vuole adottare una proposta dell’opposizione di imprigionare le donne fino a 50 anni in caso di interruzione di una gravidanza.
Il partito nazionalista e di destra Arena aveva presentato una mozione per la riforma dell’articolo 133 del codice penale, che prevede la pena tra i due agli otto anni per le donne che causano o consentono un aborto.
Ma adesso la destra ha voluto aumentare le pene da un minimo di 30 anni ad un massimo di 50 anni. Questo nel Salvador l’aborto dovrebbe essere equiparato al reato di omicidio aggravato con “la crudeltà estrema”.
Così un’adolescente stuprata e che aveva perso il figlio dopo essere rimasta incinta è stata condannata senza avere alcuna attenuante.
Così, in concomitanza della giornata mondiale per chidedere un aborto legale e sicuro, le donne del Salvador sono scese in piazza per spiegare che loro sono madri e non assassine. E che la piaga dell’aborto non si combatte criminalizzando le persone ma con l’educazione sessuale e la prevenzione. E magari mettendo i galera gli stupratori.

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