Bolsonaro rallenta la vaccinazione in Brasile: "Non dobbiamo inseguire le case farmaceutiche"

Il capo dello Stato è fermo sull'idea che il Brasile abbia "un mercato enorme". Intanto Pfizer come Anvisa (l'agenzia sanitaria) richiede più requisiti per l'approvazione di un immunizzatore

Jair Bolsonaro
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29 Dicembre 2020 - 18.02


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Non si smentisce e prosegue la sua battaglia contro le case farmaceutiche, il fascio negazionista Bolsonaro.

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Mentre in Europa e Stati Uniti, la vaccinazione è già cominciata, l’Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria (Anvisa) del Brasile ha concesso al laboratorio Pfizer il certificato di “buone pratiche” nella produzione del vaccino contro il coronavirus, dopo che il presidente della Repubblica aveva detto di ritenere le aziende farmaceutiche responsabili del ritardo nell’inizio dell’immunizzazione.
Il certificato è uno dei presupposti per l’autorizzazione al vaccino da applicare in Brasile.

Ore prima, il capo dello Stato aveva affermato che il Brasile ha “un mercato enorme” e che i laboratori dovrebbero essere interessati a vendere.

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“C’è chi dice che dobbiamo inseguirli, non è così”, ha sostenuto Bolsonaro per spiegare i motivi del ritardo del suo governo rispetto ad altri Paesi, dove si è già iniziato a vaccinare.
Da parte sua, Pfizer ha divulgato una nota in cui sottolinea che Anvisa richiede più requisiti rispetto ad altre agenzie per l’approvazione di un immunizzatore.
Secondo Cnn Brasil, Pfizer ritiene che Anvisa non sia interessata ad approvare il farmaco, mentre Anvisa sospetta che il laboratorio non abbia scorte sufficienti e utilizzi “ostacoli della burocrazia brasiliana” come pretesto

 

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