Una storia tristissima: “Siamo profondamente rattristati e sconcertati per la scoperta delle 751 tombe senza nome in un’ex scuola residenziale per bambini indigeni: questa è una tragedia che non sarebbe mai dovuta accadere. Gli abusi, l’abbandono, i traumi e la morte subiti da migliaia di bambini indigeni in Canada sono a dir poco un genocidio, un genocidio che rimane profondamente impresso nella vita degli indigeni di oggi”.
Lo ha dichiarato Danny Glenwright Presidente e Ceo in Canada di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, in seguito al ritrovamento di 751 tombe senza nome, molte delle quali sembrano essere di bambini, nei pressi dell’ex Marieval Indian Residential School, nel Saskatchewan, in Canada.
“Il Canada non può smettere di cercare finché non saranno trovate tutte le tombe dei bambini scomparsi e tutte le famiglie sapranno cosa è successo loro – ha proseguito – Le comunità indigene meritano giustizia e noi siamo al loro fianco per sostenerle e per garantire che il governo e la Chiesa cattolica rispondano davanti ai sopravvissuti di questo fallimento decennale delle scuole residenziali e alle loro famiglie”.
“Save the Children lavora in Canada da oltre 100 anni e ci siamo sempre impegnati per far sì che vengano alla luce la verità e le responsabilità di qualsiasi azione, o mancata azione, che abbia contribuito alla discriminazione e alla violenza subita dai bambini e dalla popolazione indigena – ha detto ancora Glenwright – Non si può tacere se si vuole una vera guarigione; dobbiamo denunciare e agire contro le violazioni dei diritti”.
“Chiediamo al governo canadese di dare priorità all’attuazione delle richieste della Truth and Reconciliation Commission, tra le quali quella di intensificare le ricerche nei pressi delle scuole residenziali in tutto il paese per trovare i resti dei bambini scomparsi – ha concluso – Inoltre, è necessaria una riforma urgente del sistema di assistenza all’infanzia per affrontare le disuguaglianze di cui ancora oggi i bambini indigeni sono vittima. La storia indigena e coloniale deve essere inclusa nei programmi scolastici in modo corretto e trasparente”.
Save the Children – conclude una nota – ha sostenuto diverse organizzazioni che lavorano con e per le comunità indigene fornendo supporto agli ex studenti delle scuole residenziali attraverso consulenza, prevenzione e interventi educativi.