L’ammissione del ministro della difesa russo Sergej Kužugetovič Šojgu, che ha confermato l’utilizzo del lanciarazzi TOS-1A, ha messo in allerta l’opinione pubblica sul concetto di bomba termobarica. Un’arma già utilizzata in passato, anche dall’esercito Usa.
Le bombe termobariche sono chiamate anche armi volumetriche, e si basano sull’interazione di un monopropellente e di particelle energetiche. Il monopropellente esplode mentre le particelle energetiche bruciano nell’aria circostante, provocando una palla di fuoco circondata da un’area di fortissima pressione. Da qui l’etimologia del termine termobarico: gli effetti devastanti della temperatura sono combinati a quelli della pressione.
Rispetto ai semplici esplosivi, le armi termobariche possono garantire l’assenza di distruzioni collaterali rispetto all’obiettivo principale. Queste particolari armi vengono usate anche per neutralizzare esplosivi a carica chimica, ma l’utilizzo principale è quello legato ai tunnel e ai bunker per eliminare il personale all’interno. Sia Usa che Russia possiedono armi termobariche e l’ultimo utilizzo ufficialmente riportato è quello nel 2017 in Afghanistan.