Bolton: "Putin sull'atomica bluffa. Il fatto che usino droni iraniani dimostra che il sistema russo è debole"

Il neoconservatore Repubblicano John Bolton, uomo di fiducia, sulla politica estera, di Bush prima e di Trump poi, del quale è stato anche consigliere alla Sicurezza Nazionale, ne ha per tutti.

Bolton: "Putin sull'atomica bluffa. Il fatto che usino droni iraniani dimostra che il sistema russo è debole"
John Bolton
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19 Ottobre 2022 - 10.29


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 “Putin? Sull’atomica è tutto un bluff. Meloni? Non la conosco ma è bene che l’amministrazione Biden si assicuri che il nuovo governo italiano non voglia nascondere sotto il tappeto l’aggressione russa”. Il neoconservatore Repubblicano, uomo di fiducia, sulla politica estera, di George W. Bush prima e di Donald Trump poi, del quale è stato anche consigliere alla Sicurezza Nazionale, ne ha per tutti dalle pagine del Corriere:

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“Il fatto che gli iraniani spediscano droni da guerra ai russi dimostra due cose. Il sistema russo è ora più debole: non è in grado di costruire armi e quindi deve cercarle fuori. E poi mi sembra che sia una prova in più di quanto sia necessario isolare l’Iran. Sarebbe un errore tornare all’accordo sul nucleare del 2015. La debolezza dei russi aumenta il rischio di conflitto nucleare? Penso che le minacce di Putin siano un bluff. Il suo obiettivo è intimidire Usa ed Europa, in modo che riducano il sostegno militare all’Ucraina. Non si può escludere, però, che Putin possa davvero fare ricorso alle armi nucleari tattiche se l’esercito russo dovesse crollare completamente. Ma non mi sembra che siamo vicini a questo scenario”.

Lo scenario più probabile, secondo l’ex consigliere di Trump, è lo stallo.

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“L’armata di Putin non mi pare in grado di avanzare. È possibile ci sarà un lungo stallo. Il Cremlino scommette sull’inverno, sperando che il fronte europeo possa sfaldarsi. I leader della Ue stanno dicendo che gli stoccaggi di gas sono al massimo. Ma se non arriverà combustibile dal North Stream sarà molto difficile non solo scaldare le case, ma anche consentire alle fabbriche di funzionare. Tutto ciò in un contesto economico che sta scivolando in recessione. Germania e Francia sono i punti più deboli della catena”.

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