L'Aia verso un mandato d'arresto di Netanyahu. 'Bibi' chiede aiuto agli Usa per fermare i giudici
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L'Aia verso un mandato d'arresto di Netanyahu. 'Bibi' chiede aiuto agli Usa per fermare i giudici

A preoccupare i vertici di Tel Aviv è anche la possibilità che la Corte penale internazionale (Cpi) possa emettere mandati di arresto nei confronti di funzionari israeliani e del primo ministro Benjamin Netanyahu

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28 Aprile 2024 - 19.26


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L’esercito israeliano ha approvato nuovi piani per un’offensiva a Rafah, una città situata nell’estremo sud della Striscia di Gaza. Questo indica che l’attacco potrebbe essere imminente, secondo quanto riferito.

Nel frattempo il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha chiesto agli Stati Uniti di intervenire per evitare che ciò accada, credendo che solo loro possano impedire l’operazione. Un portavoce della Casa Bianca ha dichiarato che gli Stati Uniti non avvieranno l’attacco a Rafah fino a quando non avranno ascoltato e compreso appieno le prospettive e le preoccupazioni dei palestinesi.

Se l’offensiva israeliana a Rafah verrà lanciata o meno dipenderà anche dall’esito dei negoziati tenuti in piedi dall’Egitto. Un accordo tra Israele e Hamas potrebbe infatti evitare l’operazione, come anche sottolineato dal ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz: «Entrare a Rafah è importante nella lunga lotta contro Hamas» ma «il ritorno dei nostri rapiti è di ben maggiore importanza», ha detto.

Una delegazione del gruppo palestinese è attesa domani al Cairo per discutere la proposta di Israele e dare una risposta che potrà determinare le sorti del raid a cui lo Stato ebraico si prepara da settimane e che peggiorerebbe ulteriormente le condizioni dei civili palestinesi. Con le temperature che iniziano a salire a Gaza, l’Unrwa ha denunciato che «almeno 2 bambini sono morti a causa del caldo». La situazione drammatica ha convinto anche la ong World Central Kitchen (WCK) a riprendere le proprie attività nell’enclave palestinese che erano state sospese circa un mese fa, dopo l’uccisione di 7 volontari in un attacco dell’esercito israeliano.

Leggi anche:  Gaza, il retroscena: accordo fatto ma saltato dopo le parole di Netanyahu su Rafah da invadere comunque

«Siamo stati costretti a prendere una decisione: smettere del tutto di dare da mangiare durante una delle peggiori crisi alimentari di sempre, ponendo fine alla nostra operazione che rappresentava il 62% di tutti gli aiuti delle Ong internazionali, o continuare a dare da mangiare sapendo che gli aiuti, gli operatori umanitari e i civili vengono intimiditi e uccisi», ha detto l’amministratore delegato Erin Gore, «continueremo a far arrivare quanto più cibo possibile a Gaza, inclusa la parte a nord, via terra, aria o mare».

Intanto a preoccupare i vertici di Tel Aviv è anche la possibilità che la Corte penale internazionale (Cpi) possa emettere mandati di arresto nei confronti di funzionari israeliani e del primo ministro Benjamin Netanyahu, che, per evitarlo, sta conducendo una «pressione telefonica senza sosta» sugli Stati Uniti.

Washington, secondo quanto riportano i media, starebbe tentando «un disperato sforzo diplomatico» per aggirare quello che sarebbe «un grave deterioramento dello status internazionale di Israele». Prospettiva, questa, che crea «uno stress insolito» al leader israeliano. Ma i provvedimenti della Corte dell’Aia, preoccupano l’intera classe dirigente dello Stato ebraico e, in particolare, il ministro degli Esteri Israel Katz che ha avvertito le ambasciate israeliane in tutto il mondo di prepararsi a «un’onda antisemita, antiebraica e anti-israeliana» nel caso venissero emessi i mandati d’arresto. Katz ha anche ordinato di aumentare la sicurezza attorno alle istituzioni ebraiche.

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