Trump forse pronto a riconoscere lo Stato di Palestina: ma su quali confini?

Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, Donald Trump sarebbe pronto ad annunciare il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina durante il suo viaggio in Medio Oriente, dove parteciperà al vertice USA-Golfo a Riyadh, in Arabia Saudita.

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10 Maggio 2025 - 14.55


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Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, Donald Trump sarebbe pronto ad annunciare il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina durante il suo viaggio in Medio Oriente, dove parteciperà al vertice USA-Golfo a Riyadh, in Arabia Saudita. La notizia proviene da un diplomatico del Golfo citato dal quotidiano israeliano, secondo cui l’annuncio potrebbe arrivare “a giorni”.

Ma la domanda è: quale Stato palestinese verrebbe riconosciuto? E soprattutto, su quali territori?

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Stando alla fonte anonima, il riconoscimento riguarderebbe uno Stato “senza Hamas”, ma il nodo politico e geografico resta irrisolto. Se i confini non sono quelli del 1967 – con Gerusalemme Est come capitale – il rischio è che si tratti dell’ennesima manovra mediatica, utile a Trump per accreditarsi come pacificatore ma priva di qualsiasi sostanza. Un “riconoscimento” su misura israeliana, ritagliato sulle aree residue non ancora annesse o distrutte, sarebbe solo una farsa.

Negli Stati Uniti diversi media hanno già parlato della crescente frustrazione di Trump nei confronti del premier israeliano Benyamin Netanyahu, con cui i rapporti si sarebbero raffreddati. Il tentativo di riconquistare una centralità diplomatica con un colpo a effetto sul dossier palestinese potrebbe essere letto anche come una forma di pressione indiretta su Tel Aviv.

Tuttavia, è difficile ignorare il contesto. Proprio in questi giorni, l’amministrazione Trump ha annunciato la fusione dell’Ufficio per gli Affari Palestinesi con l’ambasciata USA in Israele, una mossa che riduce ulteriormente il margine d’autonomia diplomatica statunitense nei confronti dei palestinesi. Inoltre, l’accordo in discussione tra Stati Uniti e Arabia Saudita sulla cooperazione nucleare civile è stato svincolato dalla precedente condizione americana che imponeva la normalizzazione con Israele: un segnale che le priorità statunitensi stanno cambiando.

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Il riconoscimento di uno Stato palestinese potrebbe essere una svolta, ma se non si basa su giustizia, diritto internazionale e confini legittimi – quelli precedenti all’occupazione del 1967 – rischia di trasformarsi nell’ennesimo atto unilaterale che legittima l’occupazione, svuota di senso la soluzione a due Stati e consegna ai palestinesi un fantoccio territoriale privo di sovranità reale.

Per ora, si resta nel campo delle indiscrezioni. Ma la domanda resta: quale Palestina, e a che prezzo?

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