Almeno 26 persone sono state uccise nelle ultime ore nella Striscia di Gaza a seguito di nuovi raid aerei israeliani condotti su diverse aree del territorio. Lo riferiscono fonti mediche locali, che segnalano un’ondata di attacchi iniziata alle prime luci dell’alba.
Diciotto vittime si registrano nella città meridionale di Khan Younis, già duramente colpita nei mesi precedenti. Altri cinque corpi sono stati trasferiti all’ospedale al-Shifa di Gaza City, due all’ospedale al-Maamoud, anch’esso nella capitale, e uno all’ospedale al-Awda, nel campo di Nuseirat, nel centro della Striscia.
Nel frattempo, si aggrava la crisi umanitaria. La Gaza Humanitarian Foundation (GHF), unica organizzazione attualmente autorizzata da Israele alla distribuzione degli aiuti, ha annunciato la sospensione per un giorno delle sue attività nei centri di raccolta del cibo. La decisione, comunicata martedì, arriva dopo che almeno 27 palestinesi sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco mentre attendevano gli aiuti alimentari. Le autorità israeliane avevano precedentemente invitato la popolazione ad evitare le aree circostanti i centri di distribuzione, citando motivi di sicurezza.
Secondo fonti umanitarie, nella giornata di martedì sono entrati a Gaza solo 21 camion carichi di cibo. Una cifra drasticamente insufficiente: durante la tregua di inizio anno erano necessari circa 600 camion al giorno per soddisfare il fabbisogno della popolazione. La pressione internazionale sulla necessità di un accesso umanitario più ampio rimane alta, ma il blocco delle forniture continua a causare sofferenze diffuse, aggravate dai ripetuti attacchi e dall’instabilità nelle aree di consegna degli aiuti.
L’utilizzo esclusivo della GHF per la distribuzione del cibo, in sostituzione delle agenzie umanitarie tradizionalmente attive nel territorio – tra cui UNRWA – è stato deciso dalle autorità israeliane e sostenuto dagli Stati Uniti. Tuttavia, gli episodi di violenza attorno ai punti di distribuzione alimentano crescenti preoccupazioni per la sicurezza dei civili e per l’efficacia degli attuali meccanismi di assistenza.
La situazione a Gaza resta estremamente critica, tra intensificarsi delle operazioni militari, difficoltà logistiche nell’erogazione degli aiuti e una popolazione sempre più stremata da otto mesi di guerra e assedio.