Israele continua a seminare morte a Gaza: 12 morti e ancora spari contro gli affamati nei centri di aiuto

Almeno dodici palestinesi sono stati uccisi oggi nella Striscia di Gaza nel corso di nuovi attacchi israeliani, cinque dei quali mentre si dirigevano verso centri di assistenza umanitaria.

Israele continua a seminare morte a Gaza: 12 morti e ancora spari contro gli affamati nei centri di aiuto
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15 Giugno 2025 - 12.06


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Almeno dodici palestinesi sono stati uccisi oggi nella Striscia di Gaza nel corso di nuovi attacchi israeliani, cinque dei quali mentre si dirigevano verso centri di assistenza umanitaria. Lo riferiscono le autorità sanitarie locali, citate anche dall’agenzia palestinese Wafa e da Al Jazeera.

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Tre civili sono stati colpiti a morte nei pressi del corridoio di Netzarim, nella zona centrale della Striscia, mentre si avvicinavano a un centro di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation (GHF). I medici dell’ospedale Al-Awda parlano anche di decine di feriti. Altri due palestinesi sono stati uccisi vicino a un secondo centro GHF a Rafah, nel sud della Striscia.

Secondo fonti locali, in entrambi i casi le vittime si trovavano in coda per ricevere aiuti alimentari, in un contesto umanitario sempre più drammatico. Le autorità sanitarie accusano l’esercito israeliano di colpire deliberatamente aree dove si radunano civili in cerca di soccorso.

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A nord, nella città di Beit Lahiya, un raid aereo ha provocato la morte di altre sette persone. Anche in questo caso, secondo quanto riferito dai medici, si tratta di civili.

Le organizzazioni umanitarie denunciano da giorni che i punti di distribuzione degli aiuti, in particolare quelli sostenuti da enti internazionali o locali come la GHF, siano diventati obiettivi frequenti dei bombardamenti. Le Nazioni Unite stimano che oltre un milione di persone a Gaza vivano in condizioni di insicurezza alimentare estrema, con accesso limitato a cibo, acqua e cure mediche.

Nel frattempo, l’esercito israeliano non ha rilasciato dichiarazioni specifiche sugli attacchi odierni, ma continua a rivendicare il diritto di colpire “obiettivi terroristici” in tutta la Striscia.

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