Sondaggi politici: gli americani pensano che con Trump la Corte Suprema non sia più neutrale

Solo il 20% degli intervistati ha dichiarato di ritenere la Corte Suprema imparziale dal punto di vista politico, mentre il 58% ha affermato il contrario. Il resto non ha espresso un’opinione o non ha risposto.

Sondaggi politici: gli americani pensano che con Trump la Corte Suprema non sia più neutrale
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15 Giugno 2025 - 14.16


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Gli americani sono divisi su molte delle questioni su cui la Corte Suprema degli Stati Uniti è chiamata a pronunciarsi nelle prossime settimane, ma la maggior parte concorda su un punto: né i Repubblicani né i Democratici considerano la massima istituzione giudiziaria del Paese politicamente neutrale. È quanto emerge da un sondaggio Reuters/Ipsos.

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Solo il 20% degli intervistati ha dichiarato di ritenere la Corte Suprema imparziale dal punto di vista politico, mentre il 58% ha affermato il contrario. Il resto non ha espresso un’opinione o non ha risposto. Tra chi si identifica come Democratico, soltanto il 10% considera la Corte neutrale, contro un 74% che la ritiene politicizzata. Tra i Repubblicani, il 29% la giudica imparziale, mentre il 54% è di parere opposto.

Il sondaggio, condotto su un campione di 1.136 adulti statunitensi e concluso giovedì, ha un margine di errore di circa tre punti percentuali.

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Negli ultimi anni la Corte ha emesso decisioni di grande rilievo: dall’abolizione del diritto federale all’aborto, all’ampliamento dei diritti sulle armi, fino al riconoscimento dell’immunità presidenziale per gli atti ufficiali, al rigetto delle ammissioni universitarie basate sulla razza e alla limitazione del potere delle agenzie federali. L’attuale maggioranza conservatrice 6-3 include tre giudici nominati dall’ex presidente repubblicano Donald Trump durante il suo primo mandato.

Secondo il sondaggio, il 44% degli intervistati ha una visione favorevole della Corte, ma con forti differenze tra schieramenti: il 67% dei Repubblicani ne ha un’opinione positiva, contro appena il 26% dei Democratici.

La popolarità della Corte è in calo dal giugno 2022, quando annullò la storica sentenza Roe v. Wade del 1973, che garantiva il diritto all’aborto a livello nazionale. A fine 2021, il 57% degli intervistati esprimeva un giudizio favorevole sulla Corte; entro la fine di giugno 2022, la percentuale era scesa al 43%.

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I giudici della Corte Suprema si preparano ora a pronunciarsi su altri casi di grande impatto, tra cui la legalità della legge del Tennessee – sostenuta dai Repubblicani – che vieta le cure mediche di affermazione di genere per i minori transgender, e sull’ordine esecutivo di Trump che intende limitare il diritto alla cittadinanza per nascita automatica, parte della sua linea dura sull’immigrazione.

Nel sondaggio Reuters/Ipsos, il 53% degli intervistati ha dichiarato di sostenere leggi che vietano ai minori transgender di ricevere trattamenti medici relativi all’identità di genere o alla transizione. Il 28% si è detto contrario, mentre il resto è incerto o non ha risposto. Tra i Repubblicani, il sostegno a tali leggi raggiunge il 57%, con un’opposizione del 28%; tra i Democratici, il 23% è favorevole e il 54% contrario.

La legge del Tennessee vieta trattamenti come i bloccanti della pubertà e le terapie ormonali per i minori transgender. Durante l’udienza del 4 dicembre, i giudici conservatori della Corte hanno lasciato intendere di essere favorevoli a confermare la legge. La decisione potrebbe avere ripercussioni su leggi simili approvate in altri Stati.

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Quanto alla questione della cittadinanza per nascita, l’ordine esecutivo firmato da Trump a gennaio è stato impugnato da 22 Stati, insieme ad associazioni per i diritti degli immigrati e da donne incinte immigrate, che lo ritengono contrario al 14° emendamento della Costituzione, che definisce i criteri per la cittadinanza.

Nel sondaggio Reuters/Ipsos, solo il 24% degli intervistati si è detto favorevole all’abolizione del diritto alla cittadinanza per nascita, mentre il 52% si è dichiarato contrario. Tra i Democratici, solo il 5% è favorevole e l’84% contrario; tra i Repubblicani, il 43% appoggia l’abolizione, mentre il 24% si oppone. Anche in questo caso, il resto del campione non ha espresso un’opinione o non ha risposto.

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