Roma, 21 giugno, la sinistra c'è, la sinistra è qui

2, 7, 21. Non stiamo dando i numeri. Ma raccontando una bella storia. Storie di piazze. Di belle piazze. 2: le grandi manifestazioni che hanno percorso Roma in questo mese di giugno

Roma, 21 giugno, la sinistra c'è, la sinistra è qui
Manifestazione per la pace
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

21 Giugno 2025 - 19.32


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2, 7, 21. Non stiamo dando i numeri. Ma raccontando una bella storia. Storie di piazze. Di belle piazze. 2: le grandi manifestazioni che hanno percorso Roma in questo mese di giugno. 7: il giorno della manifestazione dei 300mila promossa da Pd, Avs, M5Stelle. Con la Palestina nel cuore. 21: oggi, con i 100mila che hanno ribadito con forza che un mondo con più armi è un mondo più insicuro. E che il genocidio di Gaza va fermato. E con esso la banda di criminali che governa Israele. 

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Ma le due manifestazioni raccontano anche di una sinistra che ritrova il feeling con la sua gente. Con quel mondo solidale che non ha smesso un solo giorno di essere, fattivamente, dalla parte dei più indifesi tra gli indifesi: i palestinesi, i migranti, i disperati della Terra ai quali si vuole togliere diritti, voce, e spesso anche la vita. 

La sinistra esiste se incarna e orienta valori, principi, ideali che ridisegnano un nuovo internazionalismo dei popoli. E se sa tradurre quella idealità ritrovata in concretezza. In un coerente agire politico e parlamentare. 

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Questo sta accadendo. Con buona pace dei professorini che una sola “piazza” frequentano: quella mediatica. Riempiono i talkshow, hanno più interviste che voti, pontificano, eccepiscono, disertano le piazze reali. 

“Siamo oltre 100mila” a dirlo il comitato promotore della manifestazione nazionale Stop Rearm Europe “No guerra riarmo genocidio autoritarismo” dal camion palco d’apertura alla testa del corteo che da Porta San Paolo  si è snodato, crescendo, fino al Colosseo. È importante che ci sia una delegazione del Pd, una presenza, perché questa è una parte del popolo dell’alternativa alla guerra e all’attuale quadro politico italiano ed europeo. Qui ci sono quelli che rappresentano una base larga dentro il centrosinistra italiano e tante parti dell’opinione pubblica italiana che oggi non hanno rappresentanza politica”. Così l’europarlamentare indipendente eletto nel Pd, Marco Tarquinio, a margine del corteo contro il Riarmo in corso a Roma. “Questa non è un’iniziativa promossa da forze politiche ma da organizzazioni della società civile a cui i partiti potevano dare un contributo se lo ritenevano”, ha aggiunto Tarquinio.

“Bella, plurale e pacifica. Come era ampiamente prevedibile” a dirlo Arturo Scotto del Pd, “Era giusto essere qui, dove tantissime reti sociali, associazioni, organizzazioni non governative hanno chiesto di cambiare radicalmente la tendenza dell’Europa a imboccare la via del riarmo e non della difesa e dell’estensione del modello sociale; è un popolo che vuole un’Europa più assertiva sul piano diplomatico e non complice di una nuova stagione di guerre”.

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In piazza c’è anche Cecilia Strada, europarlamentare Pd, già presidente di Emergency: “Quando Elly Schlein mi ha chiesto di candidarmi l’ho fatto per portare la voce di tutti voi, qui ci sono tante persone con cui ho fatto salvataggio in mare. Faccio molta fatica al Parlamento europeo dove in 12 mesi ho chiesto 12 volte la sospensione dell’accordo UE Israele. Questo doppio standard sta uccidendo i valori dell’Europa. Dobbiamo riprenderci la parola sicurezza, di non essere pestati alle manifestazioni, uccisi in carcere, avere una casa. Invece in Europa usano la minaccia di Putin per fare leggi liberticide che distruggono le nostre democrazie dall’interno. Le sfide sono enormi: salvare Gaza da un genocidio enorme. Ma anche darci una svegliata, fare nuove alleanze, riunire le nostre lotte società civile e politica insieme. Vogliamo salvare la Palestina ma forse sarà la Palestina a salvare noi”. In piazza anche Sandro Ruotolo.

È questo il Pd che ci piace. Come Avs di Fratoianni e Bonelli, come i 5Stelle di Conte. E Demos di Paolo Ciani. L’alternativa alle destre è questa.

Dice Carlo Calenda: «È tutto un gioco di piazze. Noi non andremo in nessuna piazza. Se Dio vuole, porto mia figlia al mare», ha fatto sapere il leader di Azione. Ce ne faremo una ragione.

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Alla domanda, se dalla piazza contro il riarmo possa venire un richiamo in termini di costruzione della pace, il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin a margine di un incontro nell’ambito del giubileo dei governanti, risponde: “è bene, è bene che ci sia una mobilitazione in generale per evitare la corsa al riarmo”. “Rientra nel secondo appello che il Papa ha fatto: il primo sulla conversione del debito e poi quello di costituire un fondo per debellare la fame nel mondo usando i proventi destinati alla costruzione di armi”, ha aggiunto.

La forza della manifestazione è nella chiarezza della piattaforma, prodotto di una riflessione carica di esperienza maturata sul campo. A promuoverla sono state oltre 500 associazioni e realtà pacifiste e nonviolente, “contro guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo”.

Decine di persone a terra su lenzuoli bianchi per 4 minuti, a simulare i morti sotto il rumore delle bombe su Gaza attraverso un audio inviato dall’ingegnere del suono palestinese Oussama Rima. Poi un minuto di rumore. È Il flash mob ‘die-in’, l’ultimo atto della “manifestazione che si è consumato ai piedi del Colosseo,

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Il corteo è arrivato a destinazione ma non ci fermeremo, saremo all’altra Cernobbio e alla marcia per la Pace Perugia – Assisi. Oggi a Napoli doveva esserci un momento di riflessione, ma è stato cancellato perché si è preferito unire, stare insieme”, dicono le organizzatrici dal carro che si è fermato su via Labicana. Poi la parola viene lasciata a Omar Suleiman portavoce della comunità palestinese a Napoli: “Hanno ucciso oltre 20mila bambini, hanno colpito gli ospedali – ha detto riferendosi al governo dello Stato di Israele – Non c’è pace senza giustizia in Palestina. Stiamo insieme, non abbandoniamoci dopo questo importantissimo appuntamento per rivendicare la decolonizzazione. Il 7 ottobre è nata una bambina, ora ha 18 mesi ed è qui in Italia. Lei è la bellezza, per lei dobbiamo gridare Palestina libera”.

La sinistra c’è. La sinistra è qui. Le belle bandiere non sono ammainate. 

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