Un raid israeliano uccide uno dei medici più esperti di Gaza: “Perdita catastrofica per il sistema sanitario”

La vittima è Marwan al-Sultan, rinomato cardiologo e direttore dell’ospedale indonesiano di Gaza. Secondo Healthcare Workers Watch (HWW), si tratta del 70º operatore sanitario ucciso in attacchi israeliani negli ultimi 50 giorni.

Un raid israeliano uccide uno dei medici più esperti di Gaza: “Perdita catastrofica per il sistema sanitario”
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2 Luglio 2025 - 20.01


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Un attacco aereo israeliano ha ucciso uno dei medici più autorevoli della Striscia di Gaza, provocando quella che viene definita una perdita “catastrofica” per un sistema sanitario già devastato. Insieme a lui sarebbero morti anche alcuni membri della sua famiglia.

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La vittima è il dottor Marwan al-Sultan, rinomato cardiologo e direttore dell’ospedale indonesiano di Gaza. Secondo l’organizzazione palestinese Healthcare Workers Watch (HWW), si tratta del 70º operatore sanitario ucciso in attacchi israeliani negli ultimi 50 giorni.

“La morte del dottor Marwan al-Sultan per mano dell’esercito israeliano è una perdita catastrofica per Gaza e per l’intera comunità medica, e avrà un impatto devastante sul sistema sanitario locale”, ha dichiarato Muath Alser, direttore di HWW. “Questo fa parte di un più ampio e sistematico attacco agli operatori sanitari, reso possibile da un clima di totale impunità. Non è solo una tragica perdita di vite umane, ma la cancellazione di decenni di competenze mediche salvavita, proprio in un momento in cui la popolazione civile palestinese affronta una crisi umanitaria inimmaginabile.”

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Mohammed Abu Selmia, direttore dell’ospedale al-Shifa, ha espresso profondo dolore: “Siamo scioccati e addolorati. Non potrà essere sostituito. Era uno studioso di grande rilievo e uno dei soli due cardiologi rimasti a Gaza. Migliaia di pazienti cardiopatici soffriranno a causa della sua morte. Il suo unico ‘errore’ è stato essere un medico. Non abbiamo altra scelta che resistere, ma il senso di perdita è devastante”.

Pochi giorni prima della sua morte, il dottor al-Sultan aveva raccontato al Guardian la drammatica situazione in cui si trovava l’ospedale indonesiano, travolto dall’afflusso di feriti a seguito dell’intensificarsi degli attacchi israeliani a maggio.

Negli ultimi 50 giorni, tra gli operatori sanitari uccisi si contano altri tre medici, le caposala dell’ospedale indonesiano e dell’ospedale pediatrico al-Nasser, una delle ostetriche più esperte di Gaza, un tecnico radiologo senior e decine di giovani medici neolaureati e infermieri in formazione. Solo il 6 giugno, primo giorno dell’Eid, nove operatori sanitari sono stati uccisi in un solo giorno in attacchi nel nord della Striscia, dove si erano rifugiati con le loro famiglie.

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Fares Afana, responsabile dei servizi di ambulanza nel nord di Gaza, ha perso il figlio Bara’a, anche lui paramedico, durante un attacco lanciato su un condominio nel quartiere al-Tuffah di Gaza City, il 9 giugno. Bara’a stava soccorrendo dei feriti sul posto quando l’edificio è stato colpito una seconda volta, uccidendo tutti i presenti.

“Erano stati colpiti di proposito”, ha detto Afana. “Quando sono arrivato sul posto, la scena era orribile, i loro corpi dilaniati. Se ci fosse stata una reazione del mondo già ai primi attacchi contro gli operatori sanitari, l’esercito israeliano non avrebbe avuto il coraggio di continuare questi crimini”.

Afana ha ricordato il figlio come un ragazzo gentile e amato da tutti, con il sogno di diventare medico.

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Secondo le Nazioni Unite, dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023, più di 1.400 operatori sanitari hanno perso la vita a Gaza in attacchi militari.

L’organizzazione Insecurity Insight, che monitora i conflitti, ha confermato centinaia di casi di personale medico ucciso mentre prestava soccorso ai feriti, all’interno degli ospedali, sulle ambulanze, ai posti di blocco, nei campi profughi o mentre tentava di evacuare i pazienti. Molti sono morti sotto il fuoco di cecchini israeliani o durante bombardamenti su scuole e rifugi temporanei.

Inoltre, si stima che centinaia di operatori sanitari siano detenuti nelle carceri israeliane. Alcuni di loro hanno denunciato torture, percosse e detenzioni senza processo.

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L’ONG MedGlobal, con sede negli Stati Uniti, riferisce che più di 300 operatori sanitari palestinesi si trovano attualmente in prigione, tra cui anche il dottor Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan, detenuto dal dicembre 2024.

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