A pochi mesi dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, in un clima segnato da una forte retorica anti-immigrazione, la percentuale di cittadini statunitensi che considera l’immigrazione “una cosa positiva” per il Paese è aumentata in modo significativo — inclusi molti elettori repubblicani — secondo un nuovo sondaggio Gallup.
Oggi circa 8 americani su 10 (79%) affermano che l’immigrazione è “una cosa buona” per gli Stati Uniti, in netta crescita rispetto al 64% dell’anno scorso. È il valore più alto registrato in quasi 25 anni. Solo 2 su 10 la considerano attualmente negativa, in calo rispetto al 32% del 2024.
Durante la presidenza del democratico Joe Biden, le opinioni negative sull’immigrazione erano aumentate considerevolmente, toccando il picco nei mesi precedenti all’insediamento di Trump. I nuovi dati Gallup indicano però un ritorno a una visione più favorevole nei confronti degli immigrati, un cambiamento che potrebbe ostacolare il programma di deportazioni di massa promosso da Trump.
Il sondaggio mostra un calo del sostegno a favore delle espulsioni generalizzate, storicamente uno dei cavalli di battaglia dell’ex presidente. Dall’inizio del suo mandato, Trump ha ordinato all’Ufficio immigrazione di attuare “il più grande programma di deportazione di massa della storia”, ha cercato di limitare l’accesso ai benefici federali per i migranti privi di documenti, revocare la cittadinanza agli immigrati condannati per reati, e porre fine allo ius soli per i figli di stranieri irregolari o temporaneamente presenti nel Paese.
Opinioni in netto cambiamento anche tra i repubblicani
Il sondaggio Gallup mostra che le opinioni sull’immigrazione sono cambiate radicalmente nell’ultimo anno, anche tra i repubblicani: molti sono ora più soddisfatti dei livelli attuali di immigrazione e più favorevoli alla regolarizzazione degli immigrati privi di documenti. La tendenza generale evidenzia un’opinione pubblica più accogliente verso gli immigrati rispetto al passato.
Circa due terzi dei repubblicani oggi affermano che l’immigrazione è “una cosa positiva” per il Paese, in netto aumento rispetto al 39% dell’anno scorso. Tra gli indipendenti, il sostegno è passato da circa due terzi all’80%. I democratici hanno mantenuto una visione fortemente positiva negli ultimi anni.
Diminuisce la quota di chi vuole ridurre l’immigrazione
Dal ritorno di Trump, i repubblicani si dicono più soddisfatti dei livelli di immigrazione: la percentuale di americani che vorrebbero una riduzione degli ingressi è passata dal 55% al 30%. Attualmente, circa il 40% preferisce che l’immigrazione resti ai livelli attuali, mentre solo il 26% la vorrebbe aumentata.
Tra i repubblicani, il desiderio di una riduzione dell’immigrazione è sceso dal picco dell’88% al 48% nell’ultimo anno. Quasi 4 repubblicani su 10 ora affermano che i livelli attuali vanno bene, mentre solo 1 su 10 vorrebbe più immigrazione. Questa evoluzione riflette in parte la fiducia riposta nelle politiche di Trump, ma anche una crescente apertura verso percorsi di regolarizzazione per chi è già nel Paese.
Aumenta il sostegno per un percorso verso la cittadinanza
Secondo il sondaggio, la maggioranza degli americani è favorevole a permettere agli immigrati privi di documenti di ottenere la cittadinanza, se rispettano determinati requisiti nel tempo.
Quasi 9 americani su 10 (85%) sostengono un percorso di cittadinanza per chi è arrivato da bambino negli USA senza documenti (i cosiddetti Dreamers), e quasi lo stesso numero è favorevole a una regolarizzazione per tutti gli immigrati senza documenti che rispettino alcuni criteri.
Questo aumento del sostegno proviene soprattutto dai repubblicani: oggi circa il 60% è favorevole a un percorso di cittadinanza, contro il 46% dell’anno scorso. Tra indipendenti e democratici, il consenso era già molto alto.
Anche il sostegno alle deportazioni è diminuito, sebbene in misura più modesta: circa 4 adulti su 10 oggi sono favorevoli alle espulsioni degli immigrati privi di documenti, rispetto a circa la metà nel 2024.