Gaza, gli israeliani uccidono ancora: 30 morti nelle ultime ore, 10 erano alla ricerca di cibo

Le forze israeliane hanno ucciso almeno 30 persone venerdì, tra cui 10 che si trovavano nel sud del territorio devastato dalla guerra in attesa di aiuti umanitari.

Gaza, gli israeliani uccidono ancora: 30 morti nelle ultime ore, 10 erano alla ricerca di cibo
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12 Luglio 2025 - 10.40


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Secondo quanto riportato dall’Agenzia France-Presse (AFP), l’agenzia della protezione civile di Gaza ha dichiarato che le forze israeliane hanno ucciso almeno 30 persone venerdì, tra cui 10 che si trovavano nel sud del territorio devastato dalla guerra in attesa di aiuti umanitari.

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Un responsabile della protezione civile di Gaza, Mohammed al-Mughayyir, ha affermato che le forze israeliane hanno sparato a 10 persone che stavano aspettando rifornimenti nella zona di Al-Shakoush, a nord-ovest di Rafah, un’area già teatro di precedenti attacchi letali contro chi cercava di ricevere aiuti.

Le ultime vittime si aggiungono a un bilancio sempre più grave: secondo le Nazioni Unite, quasi 800 persone sono state uccise mentre tentavano di accedere al cibo a Gaza dalla fine di maggio, quando Israele ha iniziato ad allentare un blocco durato oltre due mesi sulle consegne di aiuti.

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Ravina Shamdasani, portavoce dell’Ufficio ONU per i diritti umani, ha riferito che la maggior parte dei decessi è avvenuta nei pressi delle strutture gestite dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), una fondazione privata sostenuta da Stati Uniti e Israele.

“Abbiamo registrato finora 798 uccisioni, di cui 615 nelle vicinanze dei siti gestiti dalla GHF”, ha dichiarato Shamdasani venerdì, riferendosi al periodo compreso tra l’inizio delle operazioni della fondazione, a fine maggio, e il 7 luglio.

Le attività della GHF, ufficialmente una fondazione privata, sono state segnate da scene caotiche e da frequenti segnalazioni di spari da parte delle forze israeliane contro persone in attesa di razioni alimentari.

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Le agenzie ONU e le principali organizzazioni umanitarie si sono rifiutate di collaborare con la fondazione, sostenendo che essa sia stata progettata per rispondere a obiettivi militari israeliani e che violi i principi fondamentali dell’azione umanitaria.

In risposta ai dati diffusi dall’ONU, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver lavorato per ridurre al minimo “ogni possibile frizione tra la popolazione e l’esercito”.

Ha aggiunto:

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“In seguito agli episodi in cui è stato segnalato il ferimento di civili nei pressi dei centri di distribuzione, sono state condotte indagini approfondite… e sono state impartite nuove istruzioni alle forze sul campo, sulla base delle lezioni apprese.”

La GHF ha definito il rapporto delle Nazioni Unite “falso e fuorviante”, sostenendo che “la maggior parte degli attacchi mortali contro i siti di distribuzione degli aiuti è stata collegata ai convogli dell’ONU”.

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