Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, ha dichiarato martedì di essere tornato da una visita a Gaza con il “cuore spezzato”, definendo la crisi umanitaria in corso “moralmente inaccettabile”.
Pizzaballa e Teofilo III, Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, hanno visitato venerdì il complesso della parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza City, dove un attacco israeliano la scorsa settimana ha ucciso tre persone e ferito diverse altre, tra cui il parroco.
«È ora di mettere fine a questa follia e alla guerra», ha detto il cardinale in una conferenza stampa a Gerusalemme. Ha poi lanciato un appello per l’ingresso immediato di maggiori aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, definendolo «una questione di vita o di morte». «Ogni ora senza cibo, acqua, medicine e riparo provoca un danno profondo. È moralmente inaccettabile e ingiustificabile», ha aggiunto.
L’accesso nella Striscia di Gaza per rappresentanti stranieri è estremamente raro, poiché Israele ha di fatto sigillato i confini da quando ha lanciato la guerra contro Hamas in seguito all’attacco del gruppo palestinese oltre confine il 7 ottobre 2023.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, giovedì scorso, ha attribuito l’attacco contro la chiesa a “munizioni vaganti” e ha affermato che Israele stava “indagando sull’incidente” e restava impegnato a proteggere i civili e i luoghi sacri. Tuttavia, Pizzaballa e un funzionario vaticano hanno espresso dubbi sulle spiegazioni fornite da Israele.
Alla domanda sulla sua posizione dopo la visita alla chiesa danneggiata, Pizzaballa ha risposto martedì che non è chiaro cosa sia accaduto e che non è possibile “provare nulla”.
Il papa Leone XIV è stato contattato telefonicamente da Netanyahu venerdì scorso: durante la conversazione, il pontefice ha rinnovato l’appello alla fine della guerra, alla protezione dei civili e dei luoghi di culto, esprimendo forte preoccupazione per la “drammatica situazione umanitaria” nella Striscia di Gaza.
