Trump blocca i missili a lungo raggio per Kiev: limitati gli attacchi in Russia e Putin avrà più 'carte' nei negoziati

I funzionari della difesa statunitense hanno bloccato l’Ucraina dall’utilizzare missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per colpire obiettivi all’interno della Russia

Trump blocca i missili a lungo raggio per Kiev: limitati gli attacchi in Russia e Putin avrà più 'carte' nei negoziati
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24 Agosto 2025 - 11.21


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I funzionari della difesa statunitense hanno bloccato l’Ucraina dall’utilizzare missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per colpire obiettivi all’interno della Russia fin dalla scorsa primavera, nell’ambito di uno sforzo dell’amministrazione Trump per spingere Vladimir Putin ad avviare colloqui di pace, anche se queste mosse non fanno che rafforzare la posizione di Putin.

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Il Wall Street Journal riferisce che il Pentagono ha impedito a Kiev di impiegare i missili tattici a lungo raggio statunitensi Atacms (Army Tactical Missile Systems).

Due funzionari americani hanno raccontato al quotidiano che, almeno in un’occasione, l’Ucraina aveva chiesto di usare gli Atacms contro un obiettivo, ma la richiesta è stata respinta nell’ambito di un “meccanismo di revisione” ideato da Elbridge Colby, sottosegretario alla politica del Pentagono. Tale meccanismo regola l’impiego non solo delle armi a lungo raggio statunitensi, ma anche di quelle fornite da alleati europei che dipendono da componenti o da intelligence americana.

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Il processo di revisione si applica anche ai missili da crociera britannici Storm Shadow, che si basano su dati di puntamento forniti da Washington, hanno dichiarato due funzionari statunitensi e uno britannico, sempre al Journal.

Il sistema di revisione attribuirebbe al segretario alla Difesa, Pete Hegseth, l’ultima parola sull’impiego degli Atacms, che hanno una gittata di quasi 305 chilometri. L’amministrazione Biden aveva concesso a Kiev l’autorizzazione a colpire obiettivi in Russia con questi missili già lo scorso novembre, dopo l’ingresso delle truppe nordcoreane nel conflitto.

Prima dell’insediamento a gennaio, Donald Trump aveva dichiarato a Time che permettere all’Ucraina di colpire il territorio russo con armi statunitensi era stato un errore:

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«Sono fermamente contrario all’invio di missili a centinaia di miglia all’interno della Russia. Perché lo stiamo facendo? Non facciamo che alimentare questa guerra e peggiorarla. Non sarebbe mai dovuto accadere», aveva detto.

Non è chiaro se il processo di revisione del Pentagono equivalga a un cambiamento formale della politica statunitense. Ma la mossa si accompagna a un crescente controllo sulle forniture di munizioni a Kiev, mentre le scorte americane si stanno esaurendo.

In una dichiarazione al Wall Street Journal, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha affermato che Trump «è stato chiarissimo: la guerra in Ucraina deve finire. Al momento non c’è alcun cambiamento nella postura militare sul fronte Russia-Ucraina».

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La scorsa settimana, tuttavia, nel quadro degli sforzi per favorire un dialogo tra il presidente russo e Volodymyr Zelenskyj, Trump ha dichiarato che l’Ucraina non può sconfiggere la Russia se non è in grado di “passare all’offensiva” nel conflitto.

«È molto difficile, se non impossibile, vincere una guerra senza colpire il territorio dell’invasore», ha scritto giovedì. «È come una grande squadra sportiva che ha una difesa formidabile, ma non può mai attaccare. Non ha alcuna possibilità di vincere».

Il mese scorso, gli Stati Uniti hanno accettato di fornire a Kiev nuovi sistemi d’arma, ma solo se a pagarli fossero le nazioni europee. Sebbene Trump abbia dichiarato che Washington “non sta valutando” di fornire armi a lungo raggio in grado di colpire Mosca, fonti del Journal hanno rivelato che l’amministrazione ha comunque autorizzato la vendita di 3.350 missili aria-superficie Erams (Extended Range Attack Munition), con una gittata di 400 chilometri.

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