Questa conversazione tra Xi Jinping e Putin sulla vecchiaia, una conversazione talmente seria che i cinesi hanno chiesto alla Reuters di cancellarla. Cosa che ha fatto, con il grande coraggio che ancora caratterizza il nostro Occidente.
Dobbiamo tornarci, perché definisce il tempo in cui viviamo.
Quindi non sappiamo come sia iniziato, ma a quanto pare, in modo mezzo piacevole e mezzo serio, Xi aveva iniziato dicendo:
no, non siamo così vecchi, perché, guarda, sessant’anni fa, era la vecchiaia, e ora, è come se fossimo ancora bambini diciamo, senza dubbio, che abbiamo la vita davanti, e qui, per esagerare, perché bisogna sempre adulare il padrone, Putin riprende, in tono completamente diverso, e dice che, ovviamente, siamo giovani a sessant’anni, ancor più che in realtà, ora, possiamo benissimo non invecchiare, con le terapie geniche, e che tutti gli organi possono essere sostituiti man mano, e quindi possiamo vivere fino a 150 anni, o persino raggiungere l’immortalità.
Chi dice che questo è un uomo la cui figlia gestisce un enorme complesso scientifico dedicato proprio a questo, no, seriamente, alla ricerca dell’invecchiamento, o meglio del non-invecchiamento, e ci sono miliardi di dollari lì dentro, e non è l’unica: questa è tra le ricerche più importanti in Russia. “Il fatto di non invecchiare.”
Sappiamo che Putin esegue regolari bagni di sangue di renna sotto la direzione di Chigou, che gliele ha presentate come rimedio nativo della regione di Tuva. Ed è la richiesta, indignata, di censura, che dimostra che tutto ciò è gravissimo, che non ridevano:
è la natura della censura mostrare ciò che vuole vietare.
La ricerca dell’immortalità.
Xi ricordava e non v’è dubbio che l’abbia fatto, che il primo imperatore, colui che costruì l’Impero cinese, e, nella stessa occasione, la Grande Muraglia, morì di questo, perché i suoi alchimisti gli facevano bere mercurio, cinabra, che era una bevanda dell’immortalità, e furono molti imperatori cinesi che morirono molto prima del tempo per questo.
Ma sì, ad un certo punto l’ego è talmente forte che sentono che non è giusto che debbano morire come ognuno di noi.
Ricordo questi versi di Li Bai:
“Ho assaggiato la cinabra trasmuta / Che non mi fa guarire da questo mondo”.
Cercando di non “entrare mai nella testa di Putin”, anche se il cosiddetto libro di Michel Eltchaninoff è affascinante, è come un libro di psicologia da due centesimi, ma penso di non tenere conto di questa dimensione di arroganza, follia assoluta e mortale, non è capire l’essenza, in cui impotenza, direi, congenita, della democrazia.
Un uomo del genere non può, in nessun caso, negoziare, perché conosce solo la forza e che, infatti, non ha nulla a che fare con “questo mondo”.
Ed è esattamente quello che sta cercando di mostrare in Ucraina, aiutato dal suo sinistro clown, Trump.
Le democrazie occidentali pensano sempre a negoziare, ma Putin, come uscito da un brutto film di fantascienza, ripete “guerra” solo quando gli viene chiesto cosa vuole e perché gli alieni sono venuti ad invaderci, in questo caso, i simpatici americani.
Certo che non ci sarà pace finché ci sarà, e ripenso alla mappa dell’Ucraina appesa alle pareti del quartier generale dell’esercito russo durante una conferenza, una mappa che i giornalisti occidentali avevano considerato una pendenza: ma no, è praticamente tutto l’Ucraina di lingua russa che Putin sostiene da sempre, senza nascondersi, è la scomparsa dell’Ucraina come stato, e continuerà fino in fondo, senza la minima concessione, mentre l’Occidente cerca costantemente di ammorbidirla.
La Russia ha sempre postato, questo è il caso di dire, quello che voleva. Da lì le bombe, ancora, e direi, sempre di più.
Non si può amare un uomo che pensa di non dover morire e non muore.
Possiamo solo schiacciarlo, sconfiggere, militarmente ed economicamente, sicuramente economicamente, e non militarmente. Ma, appunto, l’economia russa si trova in una posizione molto pessima, non dico che domani crollerà, è una crisi dimostrata, sta solo crescendo, in tutti gli ambiti della vita, anche nel settore militare.
La domanda è, da un lato, se Putin abbia il potere di mantenere il potere, ovvero se abbia il potere di imporre il terrore, e, per ora, la risposta è “sì.”
L’altra domanda è se, prima ancora, le democrazie occidentali hanno un vero potere.
E qui ho l’impressione che non solo si possa parlare di democrazie occidentali nel loro complesso, perché gli interessi di ogni paese sono diversi, ma che le crisi strutturali delle nostre democrazie sono troppo profonde, testimoniano quello che sta accadendo in Francia, una Francia consapevole, non bugiarda come i nostri “cugini”.
La morte ha un futuro per tutti.
Almeno questo è sicuro.
