Sánchez chiede che Israele sia escluso dalle competizioni sportive finché continua la barbarie a Gaza

Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha chiesto che Israele venga bandito dalle competizioni sportive internazionali finché proseguirà la sua “barbarie” a Gaza

Sánchez chiede che Israele sia escluso dalle competizioni sportive finché continua la barbarie a Gaza
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15 Settembre 2025 - 16.39


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Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha chiesto che Israele venga bandito dalle competizioni sportive internazionali finché proseguirà la sua “barbarie” a Gaza, sostenendo che il Paese non dovrebbe poter usare eventi di grande visibilità per “ripulire” la propria immagine.

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L’intervento di Sánchez arriva il giorno dopo che manifestazioni pro-palestinesi hanno costretto all’interruzione anticipata della Vuelta a España a Madrid, tra momenti di caos e scontri con la polizia. Il premier ha espresso “profonda ammirazione” per chi ha protestato pacificamente contro la partecipazione della squadra ciclistica Israel-Premier Tech.

Sánchez, duramente criticato dall’opposizione per aver elogiato i manifestanti poche ore prima della sospensione della corsa, ha detto di sperare che gli eventi di domenica a Madrid inducano altri Paesi a interrogarsi sull’opportunità di includere Israele nei grandi eventi sportivi.

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“Credo che il dibattito nato dopo quanto accaduto a Madrid debba allargarsi a tutto il mondo”, ha dichiarato lunedì. “È già in corso in alcune parti del pianeta e vediamo governi europei affermare che, finché la barbarie continua, Israele non può usare nessuna piattaforma internazionale per ripulire la propria presenza. Le organizzazioni sportive devono chiedersi se sia etico permettere ancora a Israele di partecipare alle competizioni”.

Il premier spagnolo ha più volte denunciato i “doppi standard” della comunità internazionale su Ucraina e Gaza e lo scorso maggio aveva già proposto di escludere Israele dall’Eurovision, proposta ribadita di recente anche dal ministro della Cultura.

Pur condannando la violenza, Sánchez ha ribadito il suo “profondo rispetto” sia per i ciclisti che hanno preso parte alla Vuelta, sia per “una società spagnola che si mobilita contro le ingiustizie e difende pacificamente le proprie idee”.

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La presenza della squadra Israel-Premier Tech – pur essendo un team privato e non statale – aveva già suscitato proteste lungo il percorso. Netanyahu aveva elogiato i corridori per “non essersi piegati all’odio e all’intimidazione”, sostenendo che avevano reso orgoglioso Israele.

Le proteste sono culminate domenica con un corteo di circa 100.000 persone nella capitale. Secondo il governo spagnolo, negli scontri sono rimasti feriti 22 agenti di polizia e due persone sono state arrestate.

L’opposizione di destra ha accusato Sánchez di aver incoraggiato i disordini e danneggiato l’immagine internazionale della Spagna. Alberto Núñez Feijóo, leader del Partido Popular, ha definito “una vergogna mondiale” l’interruzione della corsa, mentre Isabel Díaz Ayuso, presidente della regione di Madrid, ha puntato il dito contro il premier per aver “incoraggiato il boicottaggio della Vuelta a España nella capitale del suo stesso Paese”.

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Il governo israeliano ha reagito con durezza, accusando Sánchez di alimentare l’odio. Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha parlato di “una folla pro-palestinese che ha seguito messaggi di incitamento e ha distrutto la Vuelta, da sempre fonte d’orgoglio per la Spagna”.

Nei giorni scorsi, Israele aveva già annunciato il divieto d’ingresso nel Paese per due esponenti di governo spagnoli – la vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Díaz e la ministra della Gioventù Sira Rego – a causa delle loro critiche sulla guerra a Gaza.

Un sondaggio pubblicato a luglio dall’Istituto Reale Elcano indica che la maggioranza degli spagnoli sostiene la linea dell’esecutivo: l’82% ritiene che Israele stia commettendo un genocidio e il 70% vorrebbe che l’Unione Europea imponesse sanzioni.

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Feijóo, pur criticando le posizioni di Netanyahu, ha respinto i paragoni con il genocidio: “Non sostengo Hamas né voglio il loro applauso”, ha detto. “Ma non condivido neanche la risposta del governo israeliano agli attacchi subiti. I rapimenti e gli omicidi di civili israeliani innocenti non possono giustificare nuove stragi di civili palestinesi”.

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