Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto che le autorità di regolamentazione intervengano contro i media critici nei suoi confronti.
L’appello è arrivato giovedì sera, mentre Trump continuava a esultare per la sospensione di Jimmy Kimmel. La decisione di togliere dalla programmazione il suo talk show, dopo le polemiche legate ai commenti sulla morte dell’attivista conservatore Charlie Kirk, ha alimentato timori per la libertà di parola negli Stati Uniti.
Lo show Jimmy Kimmel Live è stato sospeso mercoledì dalla rete ABC, di proprietà della Disney, dopo un monologo in cui il conduttore aveva accusato “la gang MAGA” di voler sfruttare politicamente la vicenda. Trump ha colto l’occasione per attaccare Kimmel, ricordando su Truth Social vecchi sketch satirici a lui rivolti e affermando che il comico sarebbe stato “cacciato perché aveva detto cose orribili su un grande uomo come Charlie Kirk”.
Parlando con i giornalisti di ritorno da una visita nel Regno Unito, Trump ha dichiarato che la Federal Communications Commission (FCC) dovrebbe valutare la possibilità di revocare le licenze ai broadcaster che “attaccano Trump”.
«Forse la loro licenza dovrebbe essere tolta», ha detto, pur sapendo che la legge federale vieta alla FCC di intervenire in base a contenuti critici o sgraditi al governo. «Sarà una decisione di [Brendan] Carr», ha aggiunto, riferendosi al presidente dell’agenzia.
Secondo Bloomberg News, Kimmel avrebbe dovuto incontrare tre dirigenti Disney per discutere del futuro del programma.
Il comico entra così in una lista crescente di personalità mediatiche finite nel mirino di Trump. Negli ultimi mesi, infatti, l’ex presidente ha moltiplicato cause legali e azioni contro giornalisti e reti televisive. CBS ha annunciato che The Late Show con Stephen Colbert chiuderà nel 2026, poco dopo che il conduttore aveva criticato la casa madre Paramount per un accordo da 16 milioni di dollari con Trump.
ABC News, invece, ha accettato di pagare 15 milioni per un errore in diretta relativo al caso E. Jean Carroll, in cui Trump è stato giudicato responsabile di abuso sessuale e non di stupro, come riportato erroneamente. Parallelamente, Trump ha avviato una causa miliardaria contro The New York Times e The Wall Street Journal per gli articoli sul suo rapporto con Jeffrey Epstein.
In un altro post su Truth Social, Trump ha preso di mira anche Jimmy Fallon e Seth Meyers, conduttori della NBC: «Restano solo Jimmy e Seth, due perdenti totali su Fake News NBC. Anche i loro ascolti sono terribili. Fallo NBC!».
Intanto, i parlamentari democratici hanno presentato un disegno di legge battezzato No Political Enemies Act, concepito anche in risposta alla sospensione di Kimmel. Il provvedimento mira a scoraggiare ritorsioni politiche contro la libertà di espressione e a fornire strumenti di tutela a chi è preso di mira dal governo. Tuttavia, difficilmente passerà in un Congresso a maggioranza repubblicana.
Il leader democratico al Senato Chuck Schumer ha chiesto le dimissioni di Carr dalla FCC, accusando l’amministrazione Trump di mettere in pericolo i principi costituzionali:
«La violenza politica non ha posto in America, ma la campagna di minacce del governo contro la società civile e la libertà di parola è un assalto a tutto ciò che il nostro Paese rappresenta dalla firma della Costituzione», ha detto.
«Dalla Casa Bianca arriva un attacco alla democrazia, e ogni giorno ne abbiamo nuove prove».