Si infiamma il dibattito dopo l’attacco pubblico del senatore Maurizio Gasparri all’inviata Rai Lucia Goracci. Gasparri, intervenendo alla trasmissione Re Start su Rai 3, l’ha accusata di essere “negazionista del 7 ottobre”, affermando che “ha detto che non è vero che sono stati bruciati bambini. La Goracci si vergogni”.
L’Ordine dei giornalisti e l’Usigrai hanno subito espresso solidarietà nei confronti della giornalista, condannando l’accusa lanciata “in sua assenza” e definendola un ingiustificato attacco alla sua professionalità e al servizio pubblico.
Dal fronte politico, il deputato Alessandro Cattaneo (Forza Italia) ha sostenuto Gasparri, affermando che “negare i crimini efferati compiuti da Hamas, come quello di bruciare i bambini israeliani … non è giornalismo, né informazione. È partigianeria”.
Nel frattempo, Pd e componenti della Commissione di Vigilanza Rai denunciano “intimidazione politica” e “abuso di ruolo”, rivendicando che attacchi simili non possono essere tollerati in uno Stato che si dichiara fondato sul pluralismo dell’informazione.
La posizione di Fratoianni e dei Tg3
Nicola Fratoianni (Avs) ha definito l’attacco di Gasparri meschino, rivolgendo solidarietà a Goracci: «Continuerà a lavorare con autonomia e indipendenza, come tanti suoi colleghi in Rai».
Il Comitato di redazione del Tg3, dal canto suo, ha ribadito che Lucia Goracci ha sempre operato con rigore e correttezza, citando fonti, e che non può essere denigrata senza avere la possibilità di replicare. Ha inoltre chiesto che il Governo eserciti pressione su Israele affinché permetta agli inviati italiani e internazionali di accedere a Gaza per poter raccontare ciò che accade.
Il Tg3 ha ricordato anche le difficoltà che affronta ogni giorno: la progressiva riduzione dell’organico, la mancata sostituzione dei pensionamenti, lo svuotamento della rete, e la necessità di restare fedeli al pubblico nonostante queste condizione sfavorevoli.