Secondo quanto riportato dall’agenzia spagnola Efe dal Cairo, Hamas avrebbe accettato, nei colloqui in corso in Egitto, di consegnare le proprie armi a un comitato congiunto egiziano-palestinese, ma avrebbe rifiutato categoricamente l’idea di affidare la gestione della Striscia di Gaza a un comitato di transizione internazionale.
La fonte palestinese citata da Efe spiega che il movimento islamista propone di negoziare la gestione del territorio con l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), ma respinge la nomina di Tony Blair come possibile governatore di Gaza. Hamas, tuttavia, avrebbe accettato che l’ex premier britannico assuma un ruolo di “monitoraggio a distanza”, senza un potere diretto sul campo.
L’opposizione a Tony Blair è legata alla sua profonda impopolarità nel mondo arabo: l’ex primo ministro britannico è infatti considerato uno dei principali responsabili della guerra in Iraq del 2003, condotta insieme agli Stati Uniti di George W. Bush sulla base di informazioni poi rivelatesi false riguardo all’esistenza di armi di distruzione di massa. Quella guerra, che portò alla caduta di Saddam Hussein e al caos regionale, è ancora oggi vista come una delle ferite più gravi nella storia recente del Medio Oriente.
