Era fuggita dalla Cecenia per interrompere una catena di violenze domestiche, senza vita è stata trovata in Armenia. Si chiamava Aishat Baymuradova la ragazza che, con l’aiuto di una organizzazione umanitaria, era riuscita a sottrarsi ad un destino che in Cecenia è inflitto a molte donne, alle giovani che scelgono di liberarsi da regole arcaiche favorite dal duro regime di Kadyrov, il”braccio armato” di Putin in Cecenia.
Il suo corpo è stato trovato ad Erevan. Aishat Baymuradova aveva 23 anni, era “missing” dal 15 ottobre. Secondo le informazioni del Ministero dell’Interno del Paese, la ragazza è stata trovata, morta, domenica in un appartamento in via Demirchyan. Il Comitato investigativo dell’Armenia ha avviato un’indagine sulle circostanze della sua morte.
I dati ufficiali sulla causa del decesso non sono ancora stati resi pubblici. In precedenza era stato riferito che Aishat aveva lasciato la Cecenia con l’aiuto di attivisti per i diritti umani, denunciando ripetute violenze domestiche. In Armenia viveva dall’inizio dell’autunno. L’ultima volta la ragazza era stata vista il 15 ottobre, quando si stava recando a un incontro con una donna conosciuta su internet, dopo di che si erano interrotti i contatti con lei. Una delle ipotesi è che la ragazza sia caduta in un tranello. Le giovani che riescono a scappare dalle regole arcaiche che si vogliono imporre alle donne in Cecenia, spesso sono inseguite, individuate anche all’estero, e riportate a casa con la forza, anche con la compiacenza di alcuni governi e regimi. Accade alle donne che non riescono ad andare oltre il territorio russo, dove le milizie di Kadyrov e i familiari “traditi” hanno mano libera e complice aiuto.
