Trump e Xi chiudono l’accordo sulle terre rare, intesa su soia e fentanyl, clima disteso a Busan

Trump e Xi si incontrano a Busan: accordo su terre rare, soia e fentanyl. Dialogo positivo, ma restano divergenze su Ucraina e Taiwan.

Trump e Xi chiudono l’accordo sulle terre rare, intesa su soia e fentanyl, clima disteso a Busan
Trump e Xi Jinping
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30 Ottobre 2025 - 11.42


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Donald Trump ha definito “straordinari” i colloqui commerciali con il presidente cinese Xi Jinping tenutisi in Corea del Sud, affermando che la disputa sulla fornitura delle terre rare è stata risolta e che ad aprile si recherà in visita in Cina.

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Xi non ha commentato pubblicamente l’incontro di giovedì, ma ha sottolineato – secondo i media statali cinesi – che le rispettive delegazioni economiche e commerciali avevano “raggiunto un consenso di base sulla gestione delle principali preoccupazioni reciproche” durante i recenti colloqui di Kuala Lumpur. Tale intesa, ha aggiunto, “ha fornito le condizioni necessarie” per l’incontro in Corea.

Le terre rare sono un gruppo di minerali critici fondamentali per i settori della difesa, dell’automotive e dell’elettronica.

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Secondo il ministero del Commercio cinese, l’accordo raggiunto a Kuala Lumpur prevede una riduzione del 10% della cosiddetta “tariffa sul fentanyl” imposta da Trump sulle merci cinesi, insieme a misure reciproche di Pechino per sospendere i controlli sulle esportazioni.

Dopo l’incontro, i due leader si sono stretti la mano e Trump è immediatamente salito a bordo dell’Air Force One per tornare a Washington. Ai giornalisti ha dichiarato che Xi si è impegnato a lavorare “con grande determinazione” per fermare la produzione di fentanyl, l’oppioide sintetico che ha provocato un’ondata di morti negli Stati Uniti. In cambio, Trump ha detto di voler ridurre dal 20% al 10% i dazi legati al fentanyl, abbassando così l’insieme dei dazi dal 57% al 47%.

I colloqui a Busan, che secondo Trump sarebbero dovuti durare tre o quattro ore, si sono conclusi dopo circa un’ora e quaranta minuti. Xi si è poi preparato a partecipare al vertice Apec, previsto per il giorno successivo nella vicina Gyeongju. Nonostante la brevità, Trump ha descritto l’incontro come “un 12 su una scala da 1 a 10”.

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Il presidente statunitense ha affermato che la Cina porrà fine alle restrizioni sull’esportazione di terre rare e comprerà soia americana. L’accordo sulle terre rare, ha aggiunto, avrà validità annuale e sarà rinegoziato ogni anno con l’obiettivo di essere rinnovato.

“La questione delle terre rare è completamente risolta”, ha detto Trump. “E riguarda il mondo intero, non solo gli Stati Uniti. Non ci sarà più alcun ostacolo, e speriamo che questo termine sparisca per un po’ dal nostro vocabolario.”

Trump ha aggiunto che i due leader hanno discusso anche della guerra in Ucraina, tema “emerso con forza” durante il colloquio. “Ne abbiamo parlato a lungo e lavoreremo insieme per vedere se possiamo ottenere qualche risultato”, ha spiegato. Ha riconosciuto che la Cina acquista molto petrolio russo, ma ha precisato che l’argomento non è stato realmente affrontato.

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Non si è parlato invece di Taiwan. Entrambi hanno evitato di rispondere a una domanda sulla democrazia autogovernata, mentre a Taipei cresce la preoccupazione che Trump possa concedere qualcosa a Xi, che ha promesso di “riunificare” l’isola con la Cina continentale.

Poco prima dell’incontro – il primo faccia a faccia tra i due in sei anni – Trump aveva previsto che sarebbe stato “un incontro di successo”. Rivolgendosi ai giornalisti alla base aerea di Gimhae, aveva dichiarato: “Avremo un incontro molto positivo. È un negoziatore duro – e questo non è un bene”, aveva aggiunto, dando poi una pacca sulla spalla al leader cinese.

Xi, paragonando le relazioni tra Stati Uniti e Cina a una nave in mare aperto, ha detto che i due Paesi devono “mantenere la giusta rotta” e “essere partner e amici”. Ha aggiunto che il mondo si trova ad affrontare “molte sfide complesse” e che Cina e Stati Uniti, in quanto grandi potenze, dovrebbero “assumersi le proprie responsabilità e cooperare per realizzare risultati concreti a beneficio dei nostri due Paesi e del mondo intero”.

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Xi ha ricordato che i due leader non si incontravano dal 2019, ma avevano continuato a sentirsi telefonicamente e a scambiarsi lettere dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Ha ammesso che “non sempre vediamo le cose allo stesso modo”, ma ha definito “normali” le frizioni tra le due maggiori economie mondiali.

L’atmosfera di ottimismo a Busan ha segnato un netto contrasto con i toni aggressivi delle settimane precedenti, quando lo scontro sui dazi e sulle restrizioni alle esportazioni di terre rare aveva fatto temere una nuova escalation della guerra commerciale con conseguenze potenzialmente gravi per l’economia globale.

Lo scontro si era riacceso quando Pechino aveva proposto di ampliare drasticamente le restrizioni sulle esportazioni di terre rare, componenti essenziali per prodotti che spaziano dagli smartphone ai caccia militari. In risposta, Trump aveva minacciato dazi aggiuntivi del 100% sulle esportazioni cinesi e altre misure, come limiti alle vendite verso la Cina di prodotti realizzati con software statunitense.

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Trump aveva inoltre lasciato intendere che avrebbe ridotto i dazi sulle merci cinesi in cambio di un impegno di Pechino a limitare la produzione delle sostanze usate per fabbricare il fentanyl.

Pochi minuti prima dell’incontro con Xi, Trump aveva annunciato su Truth Social di aver ordinato al Pentagono di avviare test nucleari “allo stesso livello” di quelli di Cina e Russia, citandoli espressamente nel suo messaggio. Tuttavia, non ha risposto alle domande dei giornalisti sull’argomento durante il vertice.

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