Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha annunciato la chiusura della storica stazione radio militare Galatz e la sospensione di tutte le trasmissioni a partire dal 1° marzo 2026, motivando la decisione con le proteste secondo cui la radio “danneggia lo sforzo bellico e il morale”. La misura dovrà essere sottoposta all’approvazione del governo.
Fondata come strumento per dare voce ai soldati dell’IDF e alle loro famiglie, Galatz è diventata nel tempo una piattaforma di informazione critica e indipendente. Katz, esponente dell’ala più conservatrice ed estrema del governo, ha dichiarato che la radio “non è una piattaforma per esprimere opinioni, molte delle quali attaccano l’esercito e i suoi soldati”.
Il comandante della radio, Tal Lev Ram, ha reagito con fermezza: la decisione è stata “accolta con grande sorpresa” e rappresenta “una ferita grave alla libertà di stampa” e un danno “al rapporto fra esercito e società”. Lev Ram ha annunciato che combatterà “con tutti i mezzi” contro la chiusura della stazione, denunciando quella che appare come una censura diretta imposta dall’estrema destra al potere.
La stazione Galgalatz, gemella di Galatz e specializzata in musica e aggiornamenti, resterà invece operativa, scelta che sottolinea come l’operazione di chiusura colpisca soprattutto la voce critica e indipendente dell’informazione militare.
L’iniziativa di Katz ha scatenato reazioni di forte preoccupazione tra giornalisti, analisti e organizzazioni per la libertà di stampa, che vedono nella mossa un tentativo di controllo politico dei media da parte dell’esecutivo ultraconservatore.
