Il condannato per reati sessuali Jeffrey Epstein avrebbe svolto il ruolo di consigliere dietro le quinte per Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump e influente figura del movimento Maga, durante una campagna mediatica dell’agosto 2018 volta a difendere l’allora presidente e a promuovere i progetti editoriali dello stesso Bannon.
Messaggi diffusi mercoledì dalla commissione di vigilanza della Camera mostrano sei giorni di scambi tra i due, dal 17 al 23 agosto, in cui Epstein fornisce indicazioni a Bannon su apparizioni televisive e messaggi politici. Una delle due parti della conversazione proviene da un account iMessage collegato a un indirizzo email di Epstein. Nonostante il nome dell’interlocutore sia oscurato nei documenti, vari riferimenti – come le ospitate su Fox News, il licenziamento dalla Casa Bianca nell’agosto 2017 e il lavoro sul documentario Trump @War – confermano che si tratta di Bannon.
Non è chiaro se la conversazione pubblicata rappresenti l’intero scambio. Bannon non ha risposto alle richieste di commento. Quando Elon Musk ha dichiarato che “Bannon è nei file Epstein”, l’ex stratega aveva chiesto al Independent che “tutti” i documenti venissero indagati da un procuratore speciale.
Gli scambi offrono uno spaccato dettagliato degli sforzi di Bannon per continuare a sostenere Trump un anno dopo la brusca uscita dalla Casa Bianca, e mostrano un coinvolgimento diretto di Epstein nella definizione delle linee comunicative su tagli alle tasse, immigrazione e revoche delle autorizzazioni di sicurezza. I messaggi rivelano anche come i due reagissero agli scandali in corso: quando il 23 agosto emerse che David Pecker, editore del National Enquirer, aveva ottenuto l’immunità nel caso Cohen, Bannon scrisse: “Evento enorme, enorme”, aggiungendo: “Arriveranno altre rivelazioni sui pagamenti alle donne”.
La conversazione si apre con Epstein che commenta in tempo reale una diretta televisiva di Bannon. Non viene indicato da quale emittente, ma gli archivi di YouTube mostrano che il 17 agosto Bannon era stato intervistato su MSNBC da Ari Melber. Epstein gli scrive: “Com’è andata?”, spiegando di aver anticipato un volo per riuscire a guardare l’intervista. Bannon risponde che la rete aveva trasmesso un’ora di programma invece dei 30 minuti previsti. Epstein replica: “Bravo così”.
Seguono battute sull’aspetto e sullo stile dell’intervista, prima che Epstein passi a un’analisi più tecnica. Gli suggerisce di riguardare la registrazione, di curare l’inquadratura e la luce, e commenta la rigidità delle sedie in studio.
Epstein interviene anche nella costruzione dei contenuti, soprattutto sulle politiche fiscali. Contesta la critica secondo cui i tagli fiscali di Trump avrebbero favorito per l’83% i più ricchi, definendola “molto fuorviante”, e propone argomentazioni su liquidità, fondi pensione e investimenti delle aziende. Aggiunge osservazioni su come il pubblico percepisce le agevolazioni alle imprese.
In un altro passaggio, Epstein lamenta la pressione crescente dello scandalo che lo riguardava e cita un uomo che, dopo vent’anni di carcere, avrebbe iniziato a perseguitarlo con lettere indirizzate a varie agenzie federali. Si tratta di Steven Hoffenberg, coinvolto in un maxi schema Ponzi da 500 milioni di dollari e morto nel 2022.
I messaggi includono anche riferimenti a figure del mondo Maga, tra cui Peter Thiel e Anthony Scaramucci. Il 18 agosto Epstein scrive: “Sarò di ritorno mercoledì. (Arriva anche Thiel)”. Tre giorni dopo segnala che Scaramucci, “ancora in contatto con Ivanka”, avrebbe chiesto come riallacciare i rapporti con Bannon.
La conversazione documenta inoltre come i due cercassero di evitare attenzioni indesiderate. Epstein suggerisce a Bannon di incontrarsi a New York “al riparo da occhi indiscreti”, propone ingressi secondari e indirizzi alternativi, e offre un’assistenza discreta per agevolare l’incontro. Bannon, indicando che su Epstein vi era “sorveglianza 24 ore su 24”, accetta infine di vedersi dopo le 16:30 in un luogo ritenuto più sicuro.
